Canada: il pellegrinaggio penitenziale del Papa
Pellegrinaggio penitenziale. Così Papa Francesco ha definito il suo viaggio in Canada, iniziato domenica mattina, che si svolge dopo cinque incontri avuti dal Papa con le popolazioni indigene canadesi, tra il 28 marzo e il primo aprile. Proprio in questo ultimo incontro Francesco aveva parlato di “strade ulteriori da percorrere insieme” per contribuire alla “ricerca trasparente della verità e per promuovere la guarigione dalle ferite e la riconciliazione”. Le comunità native hanno subito ferite e violazioni dei loro diritti a seguito delle politiche di assimilazione culturale, cioè le cosiddette “scuole residenziali” istituite dal governo e gestite dalle chiese cristiane – un sistema nato alla fine dell’Ottocento e proseguito fino alla metà del secolo scorso – per rieducare i giovani nativi allontanandoli dalle loro tradizioni e dalla cultura del loro popolo. Già nel 1987, il 20 settembre, visitando le popolazioni native a Fort Simpson, Giovanni Paolo II parlò di dignità delle popolazioni native e di “rispetto della chiesa per il vostro antico patrimonio, per le vostre numerose tradizioni ancestrali, degne di grande riguardo”. Indossando un abito liturgico con le frange e disegni tipici della comunità indigene, Papa Wojtyla disse: “la storia ci documenta con chiarezza come nei secoli la vostra gente sia stata ripetutamente vittima dell’ingiustizia a opera dei nuovi arrivati i quali, nella loro cecità, spesso considerarono inferiore la vostra cultura”. Così afferma “il diritto a una giusta ed equa misura di autogoverno” e chiede “risorse adeguate e necessarie per lo sviluppo di un’economia vitale”.
Francesco, con il suo viaggio fa un ulteriore passo in avanti nel dialogo con i popoli nativi, auspicando un “cammino che permetta di riscoprire e rivitalizzare la vostra cultura – diceva alla delegazione dei popoli indigeni il primo aprile – accrescendo nella chiesa l’amore, il rispetto e l’attenzione specifica nei riguardi delle vostre tradizioni genuine”.
Viaggio che è iniziato con il Papa che, rivolgendosi ai giornalisti presenti sul volo papale, ha ricordato la giornata dei nonni e delle nonne che, ha detto, “sono coloro che hanno trasmesso la storia, le tradizioni, le abitudini”. L’anziano, il nonno, nelle popolazioni di cultura orale, ha un ruolo di primo piano; così Francesco chiede ai giovani di “tornare ai nonni, nel senso che i giovani devono avere contatto con i nonni, riprendere da loro, riprendere le radici … per portarle avanti, come l’albero che prende dalle radici la forza e la porta avanti nei fiori e nei frutti”.
@Vatican Media/Sir