A settembre un documento sul Sacro Cuore
Si è conclusa con un annuncio a sorpresa l’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata al vento dello Spirito Santo: Papa Francesco ha infatti rivelato ai fedeli che a settembre prossimo pubblicherà un documento sul Sacro Cuore, nel 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù, a Santa Margherita Maria Alacoque. “Riproporre a tutta la Chiesa questo culto, carico di bellezza spirituale, in un mondo che sembra aver perso il cuore”, l’obiettivo del documento, in cui verranno raccolte le riflessioni magisteriali precedenti e tutta la lunga storia che è stata oggetto di devozione popolare, dalle Scritture ad oggi. Al termine dell’udienza, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, l’ennesimo appello per la pace: “Preghiamo che il Signore ci dia il dono della pace e che il mondo non soffra tanto per le guerre”.
“Il vento è l’unica cosa che non si può assolutamente imbrigliare, non si può imbottigliare o inscatolare”,
ha detto il Papa nella catechesi. “Cerchiamo di imbottigliare o inscatolare lo Spirito: non è possibile, è libero”, ha spiegato poi a braccio. “Pretendere di rinchiudere lo Spirito Santo in concetti, definizioni, tesi o trattati, come ha tentato di fare a volte il razionalismo moderno, significa perderlo, vanificarlo, o ridurlo allo spirito puramente umano puro e semplice”, il monito di Francesco, secondo il quale
“esiste una tentazione analoga anche in campo ecclesiastico, ed è quella di voler racchiudere lo Spirito Santo in canoni, istituzioni, definizioni”.
“Lo Spirito crea e anima le istituzioni, ma non può essere Lui stesso istituzionalizzato, cosificato”, ha precisato il Papa: “Il vento soffia dove vuole, così lo Spirito distribuisce i suoi doni come vuole. San Paolo farà di tutto ciò la legge fondamentale dell’agire cristiano: ‘Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà’”.
“Un cristiano libero è quello che ha lo Spirito del Signore”,
ha ribadito a braccio. “Questa è una libertà tutta speciale, assai diversa da ciò che comunemente si intende”, ha puntualizzato Francesco: “Non è libertà di fare quello che si vuole, ma libertà di fare liberamente quello che Dio vuole! Non libertà di fare il bene o il male, ma libertà di fare il bene e farlo liberamente, cioè per attrazione, non per costrizione. In altre parole, libertà dei figli, non di schiavi”. La libertà dello Spirito, come insegna San Paolo, può essere soggetta ad “abuso” e “fraintendimento”, se diventa “un pretesto per la carne”. “Questa libertà è una libertà che si esprime in ciò che sembra il suo opposto: si esprime nel servizio, e nel servizio c’è la vera libertà”. Il Papa ha fatto un elenco “sempre attuale”, contenuto nella Lettera ai Galati, dei casi in cui la libertà diventa un “pretesto per la carne”: “Fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere”. “Ma lo è anche la libertà che permette ai ricchi di sfruttare i poveri – è una libertà brutta -, ai forti di sfruttare i deboli, e a tutti di sfruttare impunemente l’ambiente”, ha proseguito Francesco, che ha commentato ancora braccio: “Questa è una libertà brutta, non è la libertà dello Spirito”. Per attingere la libertà dello Spirito, “così contraria alla libertà dell’egoismo”, bisogna vivere “la libertà che ci dà Gesù”, ha concluso il Papa: “Chiediamo a Gesù di fare di noi, mediante il suo Santo Spirito, degli uomini e delle donne veramente liberi. Liberi per servire, nell’amore e nella gioia”.
“Preghiamo che il Signore ci dia il dono della pace e che il mondo non soffra tanto per le guerre”,
l’appello finale. “Chiediamo il Signore, per intercessione di sua madre, la pace la pace”, l’invito: “La pace nella martoriata Ucraina, la pace in Palestina, in Israele, la pace nel Myanmar. Preghiamo che il Signore ci dia il dono della pace e che il mondo non soffra tanto per le guerre”.