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di GIAMBATTISTA FRANCESCONI 14 feb 2019 10:56

Zuaboni, volto umile e cuore grande

L'opinione di mons. Giambattista Francesconi, assistente spirituale generale dell’Istituto Pro Familia e parroco dei Santi Nazaro e Celso in Brescia

Nell’aprile 1968 l’Istituto Pro Familia venne ricevuto in udienza dal papa bresciano Paolo VI il quale rammentò da giovane prete un incontro con il suo vicario parrocchiale don Giovanni Battista Zuaboni, lungo le vie del quartiere di San Giovanni a Brescia. Ecco il racconto del Papa: “Facendo la strada con don Zuaboni, mi diceva: adesso vado ad aprire una piccola opera speriamo che possa fiorire bene − e continuò il Papa − la nostra buona è indimenticata mamma incoraggiò don Zuaboni a diffondere e ampliare quelle scuole di cui essa stessa e altri madri della parrocchia avevano sperimentato il bene per la propria casa”.

Cento anni fa don Zuaboni sotto l’azione dello Spirito iniziò la sua piccola opera a favore della donna e della famiglia. Tale iniziativa oggi vive nell’Istituto Pro Familia che propone l’attualità della vocazione al matrimonio e alla famiglia come piccola Chiesa domestica. Questo percorso di fede e di formazione parte dai preadolescenti, dagli adolescenti, dai giovani, si intensifica negli itinerari di fede verso il matrimonio per i fidanzati, si consolida per i giovani sposi. L’opera è sostenuta dall’impegno insostituibile delle Missionarie della famiglia, consacrate secolari e dalla presenza di sposi Apostoli della famiglia e vedove che hanno promesso di vivere con gioia e autenticità il loro matrimonio diventando guide di altre famiglie.

In questi giorni papa Francesco, riconoscendo le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Battista Zuaboni, sacerdote diocesano, invita tutta la Chiesa, in particolare la nostra, a conoscere i particolari della sua storia personale, del suo cammino di fede che partì dalla sua famiglia segnata dal lutto e dal dolore per la morte prematura della cara mamma, del cammino in Seminario, del ministero fruttuoso nel quale lo Spirito Santo lo condusse a cogliere il soffio dello Spirito lasciandosi coinvolgere fino a concretizzarne l’opera pastorale a favore della famiglia.
Dove sta l’attualità di questo uomo di Dio e di quest’opera suscitata dallo Spirito Santo? La Provvidenza ha permesso che don Zuaboni fin da bambino sperimentasse il dramma e la fecondità del Mistero Pasquale. La perdita della mamma a pochi anni fu una ferita lacerante che segnò profondamente il piccolo, l’adolescente e il giovane prete, Giovanni Battista. La sua fede genuina lo portò a fidarsi di Dio il quale portò con lui la sua croce.

Non solo la alleggerì con la sua potente presenza, ma nel Mistero Pasquale di Cristo, rese quella croce gloriosa al tempo stesso. L’assenza della madre nella sua vita consegnata a Cristo affinò l’occhio e il cuore del giovane prete rendendolo sensibile spiritualmente alla povertà della donna e della famiglia, ne aguzzò pure il genio pastorale rendendolo capace di dare vita ad un’opera concreta in cui Dio, di nuovo, poteva prendersi cura dell’umanità ferita per redimerla. Oggi pieno di commozione guardo a lui, al suo esempio, alla sua autenticità, alle sue virtù vissute con nascondimento, radicalità, alla sua passione e intraprendenza pastorale e pieno di gioia sono spronato a vivere in questo volto il mio sacerdozio.

GIAMBATTISTA FRANCESCONI 14 feb 2019 10:56