Volere è potere
Michela fece una fatica enorme a raggiungere la laurea triennale. Molte volte dovette rifare un esame perché non superato. Molte volte saltò un appello perché si sentiva impreparata. I genitori, però, a tutti i costi, avendo un’azienda di famiglia, volevano per lei la laurea. Continuavano a dirle di impegnarsi, che volere è potere, che non importava quanto tempo impiegasse a laurearsi, ma che doveva farlo. Non importava loro continuare a pagare, a tempo indeterminato, l’affitto dell’alloggio fuori città, ma Michela doveva laurearsi. Michela si sentiva frustrata, l’autostima sotto i piedi, il senso di auto-efficacia anche. Stava tutto il giorno davanti ai libri, ma non sempre a studiare: spesso era sui social o vagava con la fantasia, distraendosi in continuazione. Perdeva un sacco di tempo, ma non si permetteva di uscire a svagarsi un po’ perché altrimenti si sentiva in colpa avendo la percezione di togliere tempo allo studio.
Tutto questo la portava a vivere spesso una profonda tristezza ed un non senso della vita. Quando, con estremo ritardo sul corso degli studi, arrivò finalmente alla laurea triennale, i genitori spinsero affinchè facesse i “soli” altri due anni per raggiungere la magistrale. Con la vita da cani che aveva fatto negli ultimi anni, Michela non ne aveva per niente voglia, ma acconsentì al desiderio dei genitori. Loro continuavano a dirle che bastava si sforzasse ancora un po’ e il mantra ricorrente era: volere è potere. Ma è proprio vero questo? In parte sì, ma non sempre. La nostra società spinge ad essere sempre performanti, a dare il massimo, a superare i propri limiti o, meglio ancora, a non averne. È una corsa infinita, in cui l’asticella viene alzata sempre di più. Vietato accontentarsi. Ma non sempre basta volere una cosa per raggiungerla. Bisogna tener presenti i nostri limiti ed accettare anche quelli degli altri.
Ci sono obiettivi che per una certa persona non saranno mai raggiungibili. Ed è fondamentale riconoscere questo e accettarlo. Certo, può non essere facile capire qual è la linea di demarcazione tra ciò che è raggiungibile con l’impegno e ciò che non lo è con tutto l’impegno del mondo. Noi siamo creatori di noi stessi: ci costruiamo impegnandoci per raggiungere certi obiettivi, diventiamo ciò che costruiamo, ma dei limiti li abbiamo e dobbiamo tenerli presente; diversamente ci sentiremmo onnipotenti ed andremmo incontro a fallimenti. E’ bello sperimentare il lasciarsi andare al non essere sempre efficienti, a non dare sempre il massimo. E quanto bene possiamo fare accettando anche l’inefficienza degli altri: è un balsamo sentirsi amati per come si è.