Voglio vivere così, col sole in fronte…
Voglio vivere così, col sole in fronte … cantava Claudio Villa! E chi di noi non vorrebbe vivere alla grande? Meglio ancora, essere annoverato tra i “grandi” della storia e vivere con questo alone di immortalità sociale.
Voglio vivere così, col sole in fronte … cantava Claudio Villa! E chi di noi non vorrebbe vivere alla grande? Meglio ancora, essere annoverato tra i “grandi” della storia e vivere con questo alone di immortalità sociale. Pensate a personaggi del calcio diventati vere leggende come Pelé, Maradona, Baggio, Buffon, Totti… Hanno fatto sognare intere generazioni di giovani.
Ma il portiere del Milan, Gianluigi Donnarumma, diciotto anni compiuti a febbraio, rischia di battere tutti i record. Grazie alle innate doti atletiche, che indubbiamente possiede, e soprattutto grazie alla capacità del suo procuratore, si è aggiudicato un contratto quadriennale con uno stipendio da sei milioni di euro all’anno! Fanno trenta milioni in cinque anni. E per non essere egoista ha fatto avere al fratellino (non proprio un fenomeno) un contratto da un milione di euro all’anno. Famiglia sistemata. C’é di che vivere alla grande per lui, i suoi figli ed i suoi nipoti. Poco importa se in nome dello sport ha rinunciato a sostenere l’esame di maturità e per festeggiare il nuovo stipendio, dicono, sia volato in vacanza a Ibiza con un aereo privato. Neppure i tifosi milanisti sono contenti di questo accordo che premia i capricci di un giovane e punisce l’etica sportiva. Peccato che, con grande incoerenza, appena Donnarumma inizierà a parare rigori e tiri insidiosi, tornerà ad essere il loro beniamino. Osannato! A questo punto mettete pure in conto che molti papà, calcisticamente esaltati, cominceranno a premere sui proprio figli affinché si impegnino un po’ di più nello sport per “vivere alla Donnarumma”. Vivere cioè con tanti soldi e con grande popolarità. Temo che questa non sia proprio una bella pagina dello sport italiano. Si, è vero che lo sport promuove tantissimi valori umani e sociali, ma dal “vivere alla Donnarumma” troppi giovani impareranno l’arte delle scorciatoie, dell’essere ricchi e famosi prima ancora di cominciare a sudare, soffrire e faticare, in vista del risultato. In questa triste pagina sono arrivati prima i soldi e poi le persone.
Una volta chiesero a Freud cosa fosse necessario fare bene nella vita. Rispose con sapienza: amare e lavorare! Lo sport si avvicina molto a questa intuizione. Occorre anzitutto tanta passione, tanto amore al sacrificio e all’impegno personale; e poi ancora lavoro e lavoro perché il corpo giunga a traguardi elevati. Ecco perché tocca a quanti amano lo sport ricordare ai giovani che la vita vera non è “vivere alla Donnarumma”.