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di MAURIZIO TIRA 20 mar 2025 08:34

Voglia d’Europa

La voglia d’Europa è scesa in piazza sabato scorso! Una manifestazione importante, nello spirito del tempo, organizzata sullo stile flash mob. Una risposta preoccupata a un quadro geopolitico rapidamente mutato e carico di incognite. Mai come oggi la sensibilizzazione e la riscoperta delle radici e dei valori di fondo sono importanti per risvegliare e nutrire la passione per un’unione di popoli sempre più solida e ampia. In questo cammino, a volte difficile e incerto verso una sempre maggiore unità, le università stanno ancora una volta giocando un ruolo importante. Sulla scorta dell’entusiasmante esperienza del progetto Erasmus, dal 2018, sono sorte 65 alleanze di università europee, con 570 università aderenti in 35 Paesi (vi sono partner associati anche in Ucraina e nei paesi balcanici), 11 milioni di studenti e migliaia di istituzioni non governative, città, imprese e autorità locali in qualità di stakeholder.

Scopo principale delle alleanze è posizionare l’Europa come una delle principali destinazioni di studio a livello mondiale, sperimentando un “titolo universitario europeo”. Una prospettiva difficile (l’Unione non ha potere di rilasciare titoli universitari), ma entusiasmante, che richiede un grande sforzo di coordinamento di sistemi normativi nazionali diversi, di processi e di metodi di costruzione e di valutazione dei percorsi di studio differenziati, di lingue e culture che vanno dalla penisola iberica, ai paesi dell’Est, dal Baltico al Mediterraneo. Le Alleanze sono pioniere di nuovi strumenti legali per il rilascio di titoli, che siano poi messi a disposizione della comunità dell’istruzione superiore. Esse mirano a rafforzare i legami con le comunità locali e gli ecosistemi dell’innovazione, promuovendo le riforme nei sistemi di istruzione superiore nazionali. Un diploma europeo consentirebbe non soltanto la mobilità degli studenti, ma la possibilità di esercitare una professione in un qualsiasi paese dell’unione, a fronte del riconoscimento comune del titolo di studio. L’iniziativa ha dimostrato il suo potenziale, ma resta ancora molto da fare. Anche l’Università di Brescia fa parte di un’alleanza. Si chiama “Unita” e raggruppa dodici atenei di sette paesi dell’Unione, dell’Ucraina e della Svizzera. È coordinata dall’Università di Torino, dove Erasmo da Rotterdam si dottorò in teologia il 4 ottobre 1506, dopo gli studi nei Paesi Bassi, poi a Parigi, Londra e Lovanio. Da un sapere comune, un titolo comune: un ulteriore simbolo dell’identità europea, basata su indipendenza della ricerca e dell’insegnamento, libertà, apertura al dialogo e rifiuto dell’intolleranza.

MAURIZIO TIRA 20 mar 2025 08:34

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