Verità, memoria e riconciliazione
Mi accosto con pudore alla celebrazione del 50° anniversario del fatto più tragico che ha vissuto la città di Brescia nella storia recente, aiutato da tre parole chiave: verità, memoria e riconciliazione. La ricerca più profonda della verità su quanto è successo riguarda il perché, il bisogno di capire le ragioni per cui qualcuno abbia intenzionalmente messo fine alla vita di sui consimili, innocenti a lui sconosciuti. La domanda di fondo è: quale è il nesso tra i proclami, i volantini, gli slogan gridati, i conflitti e la violenza che si scatena?
Liliana Segre vede lucidamente nell’indifferenza la causa più diffusa. Potremmo però riconoscere anche altre motivazioni, come la difficoltà a connettere i segnali premonitori, la mancanza di cultura, la disinformazione. Questo riguarda tutti noi, che talvolta fatichiamo a capire la verità su noi stessi, sui valori che ci animano. Cercare la verità ha una funzione pedagogica fondamentale. La memoria: a Brescia essa ha una casa, voluta e sostenuta dall’Associazione dei familiari delle vittime con Comune e Provincia, per custodire la storia. Anche la memoria serve a tutti noi, per non consentire che la sprovvedutezza ci ponga in quel vicolo cieco dove le contrapposizioni diventano volontà di sopraffazione. La violenza nasce spesso dalla debolezza e dall’ansia che costringe a scegliere in fretta, sospendendo il dialogo e radicalizzando le posizioni. Le medicine per prevenirla sono le stesse che, in dosi maggiori, dovremo utilizzare in caso di acuirsi della malattia: l’educazione alla verità, all’accoglienza, alla tolleranza, alla solidarietà, alla libertà, alla bellezza.
Dovremmo ricordarci anche oggi che prima delle bombe arrivano le parole improprie, che spesso sono micidiali; prima dei muri, arrivano le discriminazioni, che sono muri invisibili; prima delle torture fisiche, arrivano quelle morali; prima delle dittature, si svuotano dal di dentro le democrazie. Di fronte al male questa città ha insegnato al Paese anche la possibilità della riconciliazione, forse la più difficile delle attitudini umane. Ci vuole coraggio per riconciliarsi, forse più che per combattersi. La riconciliazione con la propria storia è presupposto per poterlo poi fare con gli altri. Brescia ha imparato da quella tragica mattina ed è una città dove la convivialità delle differenze incontra meno difficoltà, dove anche la politica crea spesso laboratori di dialogo, dove la nonviolenza è stata a lungo testimoniata. Pratichiamo e insegniamo la ricerca della verità di fronte all’ignoranza crescente, la memoria di fronte al colpevole revisionismo, la riconciliazione, aprendo una tregua perpetua alla violenza. Perché di questo le giovani generazioni possano fare orgogliosamente memoria!