Valori e virtù
Valore, lo dice la parola medesima, è “ciò che vale”; ciò che è importante, buono, positivo. Le virtù, invece, sono valori tradotti in pratica nell’agire di ogni giorno
Valore, lo dice la parola medesima, è “ciò che vale”; ciò che è importante, buono, positivo. Le virtù, invece, sono valori tradotti in pratica nell’agire di ogni giorno. I primi determinano le seconde perché ciò che pensiamo indirizzerà i comportamenti concreti che – se sono coerenti con i valori – diventano attuate virtù. Noi operiamo dunque secondo i “valori” che possediamo, viviamo secondo i medesimi e, anche chi dice di non averne in realtà ne ha, perché anche la loro negazione è una scelta valoriale. Detto questo, una rapida carrellata su quelli che riteniamo i “valori più grandi” per prenderne consapevolezza e trasformarli, se possibile, in virtù. Nelle famiglie che hanno accolto il dono della fede, proprio questa è il primo valore che si traduce in azioni concrete di bontà, onestà verità, nel rispetto del decalogo e nella volontà di aderire al comandamento più grande di tutti. Subito dopo viene la vita, dono immenso dell’amore di Dio, che può essere vissuta nell’ottimismo perché chiaro è il fine: vivere bene in questo mondo per nascere, con la morte, all’al di là che è “vita”, ma imperitura od eterna come si preferisce dire.
L’ultimo che voglio citare (trascurando tutti gli altri) è l’uomo in qualsivoglia situazione si trovi, perché ognuno è unico, specifico, ha con l’educazione raggiunto un suo “modus vivendi”, sempre mobile ma reso stabile proprio dalle sue certezze. “L’uomo – diceva papa Benedetto – desidera ed abbisogna, in fin dei conti, di una cosa sola: la vita, la vita piena, la “felicità”. In un passo del vangelo di Giovanni, Gesù definisce questa cosa unica e semplice che aspettiamo: “La gioia piena” (Gv 16,24) […]. L’uomo, in fondo, ha bisogno di un’unica cosa, che contiene tutto […] ha bisogno di Dio”. (J. Ratzinger: Gesù di Nazareth, Rizzoli, Milano, 2007, pag. 404). E la famiglia è luogo “ecologico” in cui si coltiva e si attua il rispetto e l’amore per l’uomo, cosi come ci dice S. Giovanni Paolo II: “L’Italia possiede un inestimabile patrimonio morale, costituito da tantissime famiglie moralmente sane ed ogni giorno impegnate a vivere e a comunicare quegli ideali di onestà, laboriosità, solidarietà che soli possono assicurare il rispetto delle esigenze autentiche della persona ed il corretto sviluppo della vita democratica” (13 maggio 1993, in occasione della presentazione del Direttorio di Pastorale Familiare).