Vaccinarsi è un dovere
Faccio un mestiere basato sulla composizione degli interessi, sulla mediazione, sul compromesso. Parole complicate di questi tempi, esposte alla contestazione irritata dei tanti detentori di verità e di certezze che occupano la scena, sempre pronti a censurare e condannare. Mi torna in mente il passaggio di una conversazione con dei giovani di Barack Obama: “Questa idea di purezza ideologica – diceva l’ex presidente americano – il fatto che non si debbano mai fare compromessi e cose simili... beh, dovreste superala rapidamente. Se tutto quello che fate è tirare pietre, probabilmente non andrete lontano”. Per mediare occorre innanzitutto ascoltare, capire, provare a mettersi dalla parte dell’interlocutore per trovare, insieme, una soluzione.
Nel mondo del lavoro questa scelta è alla base di un importante mutamento culturale che deve riordinare gli strumenti del confronto mettendo da parte stereotipi e ideologie. Nella ricerca della composizione degli interessi c’è infatti un’idea di società che non si consuma nella contrapposizione, perché “l’avvenire – ed uso qui un’espressione particolarmente efficace che mi è capitato di leggere nei giorni scorsi – è un’impresa collettiva, è cooperazione fra persone”.
Una premessa necessaria a quel che voglio condividere in questo testo, vale a dire l’impossibilità di applicare il criterio della mediazione di fronte a comportamenti che scambiano la libertà per arbitrio, che se ne infischiano del bene comune, che pretendono di innalzare a valore il loro egoismo individualista. Questo è ciò che sta nella sfida alla società e istituzioni che viene mossa dai no vax.
Sfida che sembra sopita ma che sicuramente riprenderà fiato con l’entrata in vigore, per tutti coloro che hanno più di 50 anni, dell’obbligo del green pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro: una svolta importante della strategia di contrasto al virus, quasi un ultimo appello alla platea dei non vaccinati prima di dover arrivare all’obbligo generalizzato. Un appello che come sì vax dobbiamo saper sostenere. Vaccinarsi per consentire agli ospedali di tornare ad occuparsi di tutti i malati, cosa che non possono fare se terapie intensive e degenze sono tenute sotto scacco dall’emergenza Covid. Vaccinarsi per impedire il blocco delle attività economiche. Vaccinarsi per poter continuare a vivere le nostre comunità. Vaccinarsi perché siamo coscienti delle nostre responsabilità, perché abbiamo cura di noi e degli altri.