Una delle armonie più belle
È famoso il biglietto ritrovato tra le canne dell’organo Antegnati da “Pasì de Pasira” che “si fat questi coloni de l’orgen del dom / El dì 12 de april il mili 538”. Al posto di questo gentile artigiano noi ci saremmo messi ad incidere il nostro nome in bella vista sul legno della soasa, oppure a graffiare una canna o, ancora, a pretendere una bella etichetta ben visibile, come si usa con i banchi in chiesa.
Si capisce, però, che il nostro abile signore, prima di fare l’artigiano, lo è per davvero e, delicatamente, piazza un bigliettino del XVI secolo piegato in 32 parti perché possa resistere nel tempo senza rovinare nulla della sua opera. Probabilmente desidera che, prima del suo nome, si riconosca il suono perfetto di quell’organo, più prezioso della memoria di sé perché capace di creare la memoria di tutti. Non si sarebbe mai perdonato che il ricordo personale potesse venire prima della sua opera artigiana. Caro amico, ci sentiamo lontani secoli, quanto il tuo bigliettino, da questa gentilezza comunicativa che lascia traccia di sé solo dopo aver lasciato quello che serve agli altri e concluso il proprio lavoro: hai reso musica anche quel biglietto che non ha mai suonato ma che, ora, è una delle armonie più belle mai uscite dalle colonne del tuo e nostro Antegnati.