Una coralità di voci
I titoloni non sono proprio mancati. È bastato un cenno al tema dei migranti da parte del vescovo Tremolada, a margine dell’incontro con i giornalisti nella festa di San Francesco di Sales, per dare il via al tam tam mediatico...
I titoloni non sono proprio mancati. È bastato un cenno al tema dei migranti da parte del vescovo Tremolada, a margine dell’incontro con i giornalisti nella festa di San Francesco di Sales, per dare il via al tam tam mediatico. “Non possiamo dire − ha dichiarato il presule − che la questione non ci riguarda”. Non possiamo venire meno “al nostro senso di umanità”. Lo sguardo è a ciò che accadrà a Brescia nei prossimi mesi in applicazione al Decreto sicurezza e alle persone che in possesso di un permesso per ragioni umanitarie non potranno più essere ospitate nei centri di accoglienza.
“Diventeranno invisibili? – si è chiesto il Vescovo – Li aiuteremo. Se poi rischieremo qualcosa, rischieremo”. Sulla povertà di stranieri e italiani ha ribadito che serve “una legislazione che tenga conto degli uni e degli altri. Sono necessarie leggi intelligenti”. Parole che non sono cadute nel vuoto. Immediatamente sono apparsi i commenti di diversi sindaci pur di opposte estrazioni politiche. Ci sono legittime sfumature, ma si è ribadito che nel Bresciano non potrà venir meno l’aiuto verso chi è nella necessità.
Sabato scorso poi Claudio Castelli, presidente della corte d’appello di Brescia, ha ripreso il tema: “L’attuale situazione con la modifica normativa recente è molto peggiore perché l’abolizione degli Sprar in tutta la fase predecisoria vorrà semplicemente negare a decine di migliaia di persone i diritti fondamentali”. Così come, a margine del nuovo caso Sea Watch 3, in seguito è intervenuta Cristina Maggia, presidente del Tribunale dei minori di Brescia: “La condizione dei minori è di estrema vulnerabilità. Ci dobbiamo attivare”. Che dire? A Brescia c’è una coralità che vede le istituzioni concordi nel denunciare rischi e cercare soluzioni concrete e rispettose della dignità umana di tutti. Un messaggio rincuorante. Se Chiesa, magistratura, pubblica amministrazione, insieme a tanto mondo del volontariato, vanno in questa direzione forse significa che il sentire comune è un po’ diverso da quello che ci viene raccontato. Almeno si spera.