Una Chiesa per la scuola
Perché alla comunità cristiana stia a cuore tutto ciò che riguarda la realtà scolastica
Non è mai banale ricordare per quale motivo alla comunità cristiana stia a cuore il mondo della scuola (studenti, insegnanti, personale, genitori) tutta (statale, regionale, provinciale, comunale e paritaria).
Una questione pastorale. Da una parte la tentazione della comunità cristiana (quanto meno bresciana) è di percepire (irriflessamente) o di proporre (argomentativamente) che la dimensione della scuola “non è lo specifico della comunità cristiana”: i preti, poi, “hanno già tante di quelle cose da fare.. che ci mancherebbe anche quella di ‘aggiungere’ l’interesse per la scuola”! Questo può diventare il modo normale di intendere la relazione con la scuola che le nostre comunità hanno: grazie al Cielo, la relazione con i malati (comunione ai malati), l’interesse per bambini e giovani (oratori, grest), l’interesse per i poveri (Caritas), l’interesse per le missioni (gruppo missionario), ecc. fanno parte del modo con cui la pastorale bresciana intende la missione dei cristiani e il mandato dell’essere parroco e dell’essere parrocchia; ma la scuola… no. Eppure “insegnare agli ignoranti” è una delle opere di misericordia spirituale, cioè un modo con cui essere e vivere lo stesso amore di Dio!
Una questione culturale. Alcuni anni fa la Chiesa italiana si era impegnata nel Progetto culturale; al di là di come sia andata, la questione era centrata: se non si riesce culturalmente a incidere in un territorio, anche l’annuncio stesso del Vangelo ne risente. Perché la fede cristiana è una cultura, cioè un modo di percepire e leggere i fondamentali dell’esperienza stessa della realtà. Bene: quale altro modo per incidere in maniera culturalmente profonda il tessuto di una comunità, se non interagire e collaborare con i processi di crescita scolastica?
Una questione di stile. Ma al di là di tutto, l’interesse della Chiesa per la scuola è una questione di identità e di stile del cristiano. Papa Francesco ci ha abituati a vedere la Chiesa come una comunità “in uscita”… e dobbiamo essere sinceri: tendenzialmente la comunità cristiana ha visto le scuole come un aiuto per gli oratori (per distribuire volantini, per poi farli venire da noi, ecc.) e non si è preoccupata di mettersi a servizio della scola. Ma “l’essere-per” (la proesistenza) è il denotativo stesso dell’esperienza di Gesù: Gesù, cioè, è proprio Gesù, il Messia che è Figlio di Dio, perché vive sempre e solamente la sua vita per Dio e per il prossimo. Quindi… non si può essere comunità cristiana… se non… per! Da qui la ricerca continua da parte della Chiesa di Brescia al fine di essere per la scuola di Brescia!
In particolare, come Ufficio siamo impegnati a sostenere e incentivare gli insegnanti, le famiglie e il personale tecnico-amministrativo a vivere la scuola come luogo di servizio e di testimonianza: un cattolico vive la scuola come una forma del suo servizio e della sua missione laicale!
È dentro questo sguardo ampio e complessivo che poi la nostra Diocesi si interessa e accompagna le scuole cattoliche e gli insegnanti di religione cattolica: sono un modo particolare e privilegiato per poter vivere la scuola alla luce di un progetto educativo che fa dell’antropologia del Vangelo il suo punto di riferimento chiaro e condiviso.
(* Direttore Ufficio per l’educazione, la scuola e l’università)