Un Vescovo, 18 allenatori
Certi amori finiscono. Altri durano per sempre. Altri faticano a sbocciare. Sta di fatto che gli unici matrimoni destinati a durare (come mi insegnava il prof. Rainero Regni alla Lumsa) sono quelli fatti per interesse. E qui il mondo sportivo sale in cattedra. Ho provato a contare negli ultimi cinque anni di presidenza Cellino al Brescia Calcio quanti allenatori si sono alternati. Nello stesso periodo del solo vescovo Pierantonio, ben 18 allenatori. Si noti che 17º, mister Aglietti, è durato soltanto due giornate. Fatalità o scaramanzia? Mi parrebbe però ingeneroso reputare che il presidente Cellino sia l’unica persona votata all’amore sportivo per interesse. Ho provato allora a contare l’evoluzione dei dirigenti e ho realizzato che in questi 24 anni di presenza al Bresca Calcio si sono succeduti tre vescovi alla guida della Diocesi ma ben 54 allenatori hanno guidato i giocatori del Brescia calcio.
Non è questione di record: quante società sportive vantano un simile primato? E neppure di paragoni: un vescovo varrebbe allora 17 + 1 allenatori (per continuare il gioco dei numeri invisi a Cellino!). È vero che, dicono i presidenti, un nuovo allenatore dà una scossa alla squadra e riesce a spremere tutto il valore sportivo rimasto fin qui nascosto. Ma è altrettanto vero che è più economico cambiare un allenatore anziché 15 giocatori: ti costerebbero molto, molto di più!
Certo che se provassimo, solo per gioco, a ipotizzare di cambiare con lo stesso ritmo anche i Vescovi in diocesi, piuttosto che un sindaco o un dirigente d’azienda, ne vedremo delle belle. Ogni cambio comporta nuove presentazioni, nuove conoscenze, nuovi progetti … e tanto tempo dedicato a conoscere la ricchezza altrui prima di poter pianificare il percorso e camminare insieme.
E pensare che basta guardare l’erba del vicino– per esempio in casa dell’Atalanta - per comprendere che una squadra rimane ai vertici della classifica del campionato, gioca in Europa, fa divertire i suoi tifosi perché … ha un allenatore – il Gian Piero Gasperini – che da sette anni, non sette mesi, conduce la squadra. Vale il principio di Kierkegaard: l’ape che porta più miele a casa la sera non è quella che passa di fiore in fiore ma quella che si ferma più lungo su un singolo fiore per estrarre il prezioso nettare. Il nocciolo del problema è la capacità di progettare, di fiducia nelle persone, di accompagnamento, di correzione fraterna, di sacrificio. Se non capisci che serve uno sguardo capace di durare nel tempo, per cui valga la pena spendersi... beh, non troverai mai la donna perfetta e gli amori finiranno sempre.