Un sindaco e i giorni più difficili
Sono ormai alcune settimane che con la mia comunità stiamo vivendo una situazione che mai ci saremmo immaginati di vivere
Sono ormai alcune settimane che con la mia comunità stiamo vivendo una situazione che mai ci saremmo immaginati di vivere. Giorni sempre più difficili, iniziati con l’eco di paesi non troppo lontani, colpiti prima di noi; e oggi stiamo vivendo sulla nostra pelle i dolori per le famiglie duramente toccate da questo terribile virus.
Non è semplice vivere l’evolversi dell’epidemia in un Comune in cui vi è anche la presenza importante, di un ospedale che sta operando, oltrepassando ogni limite di capacità e al cui interno molti operatori devono interrompere l’attività, perché si ammalano. La presenza di due Rsa è fonte di ulteriore preoccupazione, vista la capacità del virus di colpire le persone fragili.
L’operatività comunale è completamente concentrata sulla gestione della quotidianità delle persone relegate in casa perché positive, in sorveglianza obbligatoria o semplicemente anziane e senza una rete familiare di sostegno.
Grazie al lavoro della Giunta, dei dipendenti comunali e soprattutto all’encomiabile disponibilità del locale gruppo di Protezione Civile e dell’associazione volontari gavardesi riusciamo a garantire la spesa e l’acquisto di medicinali, oltre che l’espletamento di altre commissioni improrogabili, a carico delle persone che non possono uscire di casa.
Le molte associazioni gavardesi si sono messe in moto con raccolte fondi per acquistare attrezzature all’ospedale di Gavardo e altri cittadini hanno donato quello che potevano. Nelle difficoltà la comunità è unita, anche se la perdita di molte persone, soprattutto anziane è e sarà per molto tempo, una ferita che sanguinerà e difficilmente si rimarginerà. La collaborazione con il Parroco è per me un grande sostegno in questo difficile momento per i cittadini. Purtroppo la velocità del contagio e l’impreparazione all’emergenza a livelli superiori, sta comportando grandissime difficoltà, nel reperimento di dispositivi di protezione per gli operatori sanitari e per quelli delle residenze sanitarie, ma anche delle famiglie che hanno la presenza di un positivo in casa. Questa è una delle cose che pesano tantissimo per limitare il contagio e purtroppo anche alcuni acquisti fatti, all’estero, da nostri compaesani si bloccano durante il tragitto.
Ogni giorno chiamo una ad una le persone che Ats mi comunica essere positive o in quarantena, per offrire il nostro supporto e una parola di sostegno. Sento tante famiglie preoccupate, ma con tanta speranza di un futuro più sereno, dopo questa brutta avventura. L’augurio che tutti ci facciamo è che il contagio cali, consentendo alle persone che si ammalano, di essere curate al meglio.