Un modo nuovo di abitare la cultura
Castelli e monumenti, palazzi, piazze e chiese, siti archeologici, musei. Beni preziosi. E poi i paesaggi: montagne e campi, boschi, laghi e colline. Patrimoni di bellezza inestimabile
Castelli e monumenti, palazzi, piazze e chiese, siti archeologici, musei. Beni preziosi. E poi i paesaggi: montagne e campi, boschi, laghi e colline. Patrimoni di bellezza inestimabile. L’Italia ne è ricca. Brescia pure. Sempre più grande è lo sforzo di enti, istituzioni pubbliche e private per salvaguardare, conservare questa ricchezza. Risorse, progetti e interventi di restauro sono all’ordine del giorno, ma non basta.
La cura e la salvaguardia di beni artistici e ambientali, sicuramente utile, senza la restituzione del messaggio simbolico e identitario rischia di non comunicare nulla, rischia di non raggiungere la comunità e i suoi membri. In questi giorni dedicati ai Santi Patroni, Brescia ha ritrovato il colle del Castello attraverso “Cidneon”, il Festival internazionale delle luci. Un successo di massa e, se volete, l’ennesima conferma, dopo “The floating piers”, che l’arte e i suoi linguaggi sono in grado di reinterpretare e far ritrovare ciò che ai più sembra scontato. Così il Sebino, come oggi il Cidneo. Per questo alla politica culturale va chiesto uno sforzo maggiore per far abitare ancora di più il patrimonio di bellezza che ci circonda. Possibilmente con strategia, con coordinamento e non a caso o di “risulta”. Questo stile Brescia l’ha capito da tempo e lo persegue.
Lo fa in modo diffuso e in tutto l’arco dell’anno. Non sono pochi gli eventi che, in stagioni diverse, hanno illuminato di “luce” nuova chiese, palazzi, monumenti, piazze... Ancora di più. Perché Brescia non si fa promotrice anche a livello nazionale di questo modo di abitare i beni culturali chiedendo risorse, stimolando progetti e buone pratiche? In fondo è questa la cultura che crea lavoro, che restituisce valore simbolico ai luoghi e che con l’arte fa ritrovare a un popolo la sua storia e, perché no, la sua identità.