Un minuto per pregare
Sta facendo notizia, in questi giorni, il caso di alcuni gruppetti di alunni delle scuole primarie di Nizza che si ritrovano, durante la pausa, nel cortile, a pregare. Meglio: a fare un minuto di silenzio per il profeta Maometto (farà più paura il silenzio o Maometto?). Così tanta paura da far intervenire il ministro francese dell’Educazione che garantisce tolleranza zero.
La questione dell’assoluta laicità della scuola pubblica francese è dibattuta da decenni: vent’anni fa il rapporto Debray costringeva le autorità scolastiche a porsi il problema se la soluzione più idonea fosse quella di non avere nessun tipo di insegnamento a sfondo religioso; dieci anni fa venne stilata la carta della laicità nelle scuole francesi, dove si ribadiva un assoluto distacco da ciò che è formalmente religioso (compreso il divieto di ostentare qualsiasi appartenenza religiosa). Con un effetto perverso: più Dio viene nascosto, più crescono i problemi dei fondamentalisti che lo evocano, visto che tutti gli attentati terroristici di questi anni in Francia, compreso quello tragico di Nizza, riportano alla matrice fondamentalista. I bambini che pregano, però, non ci possono fare paura: a me pare profondamente più laico incentivare questa libertà interiore, perché cresca per il bene di tutti.