Un mare di armi
Sempre più armi italiane nel mondo. Nel 2022 sono aumentate sia le autorizzazioni all’esportazione di armamenti sia le consegne effettive di materiali militari. Le singole autorizzazioni si attestano sui 3,8 miliardi di euro e, considerando anche le licenze globali e generali, il valore raggiunge i 5,3 miliardi con un incremento del 13,5 percento rispetto al 2021. Ma ad aumentare sono state soprattutto le esportazioni effettive di materiali militari dall’Italia che nel 2022 hanno superato per la prima volta i 5,5 miliardi di euro segnando un record storico. Come per l’anno precedente, anche nel 2022 la quota principale delle autorizzazioni ha visto come principali destinatari i Paesi dell’Ue e della Nato che nell’insieme hanno totalizzato quasi 2,4 miliardi di euro di “licenze individuali” (pari al 61,5%).
Trattandosi di forniture a Paesi alleati, il dato appare rassicurante, ma non è così: la principale fornitura riguarda la Turchia (598 milioni), un regime autoritario e repressivo soprattutto nei confronti del popolo curdo, che verrà rifornito di armi automatiche e munizioni, bombe e missili, veicoli terrestri e aeromobili militari. Al secondo posto gli Stati Uniti (533 milioni) seguiti dalla Germania (407 milioni) e poi dall’immancabile Qatar (256 milioni) che nel 2021, con oltre 813 milioni di euro, era stato al primo posto delle esportazioni militari italiane. Tra i principali Paesi destinatari delle armi “made in Italy” non mancano i regimi repressivi tradizionali clienti delle aziende militari nazionali come l’Arabia Saudita (123 milioni), Emirati Arabi Uniti (121 milioni), Kuwait (106 milioni) e finanche l’Egitto (73 milioni) al quale, ancora una volta, nonostante le gravi violazioni dei diritti umani e il “caso Regeni”, l’Italia continua a fornire strumenti utilizzabili per la repressione interna tra cui armi automatiche e relative munizioni, apparecchiature elettroniche e finanche “apparecchiature specializzate per l’addestramento militare”.
Per incrementare le vendite di armamenti da anni si tiene a La Spezia il salone navale militare “SeaFuture”. Ammantata di sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica, l’ottava edizione del salone, in programma dal 5 all’8 giugno prossimi all’Arsenale Militare spezzino, è promossa dalle aziende del comparto “difesa e sicurezza” tra cui Leonardo e Fincantieri. Vi parteciperanno, su invito, i rappresentanti delle Forze armate di numerosi paesi esteri belligeranti responsabili di gravi violazioni dei diritti umani tra cui l’Egitto, Israele, Marocco, Arabia Saudita, Bahrein. Un mare di armi a noti regimi repressivi: per difendere la pace?