Trasforma le ferite in perle
Una Goccia al mese. La riflessione di don Gianluca Mangeri, cappellano in Poliambulanza
Quanto è bella una perla eppure nasce dal dolore. Pare infatti che si formi quando un’ostrica viene ferita. Quando un corpo estraneo penetra al suo interno la conchiglia “ferita” inizia a produrre una sostanza (la madreperla) con cui lo ricopre per proteggersi. E’ così che, pian piano, si forma una splendida perla. Quante ferite ci portiamo dentro? Limiti, debolezze, peccati, sensi di colpa, inadeguatezze, fragilità fisiche, psichiche, spirituali…E quante ferite nei nostri rapporti interpersonali? E quante ferite in questo non facile momento? “Trasforma le tue ferite in perle” esorta Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179), questa straordinaria donna e monaca del medioevo. Ma Come? Posso presentare e offrire le mie ferite a Dio e così avvolgerle con la madreperla del suo l’amore, della sua tenerezza, del suo perdono. Gradualmente, con tanta pazienza, mi posso così riconciliare con la mia ferita e sperimentare la sua trasformazione. Sentirò allora che essa mi mantiene vivo/a e che può diventare una fonte di benedizione per me e per gli altri.