Tecnologia o produttività?
Dopo averci consegnato l’accesso a informazioni e servizi rivoluzionari e impensabili meno di trenta anni fa, le traiettorie dell’elaborazione di dati e informazioni promettono di aprire nuovi straordinari capitoli. Il machine learning, o gli algoritmi di intelligenza artificiale generativa, già all’opera in tante applicazioni di uso quotidiano, sono oggi in grado di svolgere analisi computazionali e produrre servizi avanzati e complessi.
Si è diffuso un notevole entusiasmo, tra le imprese e gli esperti di queste tecnologie, in merito a nuove opportunità di mercato e ai vantaggi in termini di competitività e crescita. Il parlare comune tratta in termini sostanzialmente equivalenti tecnologia e innovazione tecnologica, grandezze ovviamente legate tra loro, ma delle quali solo la prima ha un rapporto concreto e diretto con il benessere della società nel lungo periodo. Per il sistema economico nel suo complesso la crescita non dipende dall’innovazione in sé, ma da quanto la diffusione capillare degli esiti delle attività di ricerca e sviluppo riesca a trasformare i processi produttivi di beni e servizi e migliorare la loro efficienza, cioè produrre beni e servizi di valore impiegando meno risorse, oppure generando una maggiore varietà dei primi. In altri termini, dal punto di vista dei redditi pro capite l’innovazione è utile se riesce a promuovere la produttività, altrimenti resta un elemento grazie al quale singole imprese o settori industriali riescono a spuntare temporaneamente maggiori profitti, ma senza particolari benefici per il resto della società.
La prima rivoluzione industriale, l’adozione delle macchine a vapore o la generazione di elettricità dalla combustione di carbone e petrolio, per lunghi periodi non produssero alcun miglioramento del benessere diffuso delle economie in cui si svilupparono. I vantaggi di scoperte e innovazioni non possono essere lasciati a un numero ristrettissimo di soggetti. Occorrono interventi pubblici specificamente progettati per incoraggiare la conoscenza e adozione delle innovazioni in tutta la società, e per abbassare le barriere all’entrata nei nuovi segmenti di mercato. L’unica via per scongiurare il consolidamento di distorsioni e disparità fatali – che già esistono – è promuovere l’inclusività digitale e favorire l’accesso libero alle piattaforme e ai nuovi servizi. Anche in questo caso è quindi dovere delle autorità pubbliche individuare e attuare tempestivamente misure e investimenti coerenti.