di MASSIMO VENTURELLI
12 mar 2015 00:00
Tanti nemici, tanto onore?
Da Giulio Cesare ai nostri giorni, da Roma nella "Gallia" delle nostre comunità, con una precisazione. Meglio se gli avversari li abbiamo in casa
Un semplice sguardo alla politica nazionale conferma che non c'è partito o movimento politico che non debba dividere i propri sforzi tra le azioni destinate alla dialettica, al confronto e allo scontro ad extra con l'impegno per contrastare le opposizioni interne.
Ne sa qualcosa Matteo Renzi, forse più impegnato sul fronte delle minoranze interne, del ritorno sulla scena di personaggi ingombranti e dai continui se e ma dei suoi che non dal normale dibattito con le opposizioni.
Ne sa qualcosa Silvio Berlusconi che fa oggettivamente più fatica a rimettere insieme i cocci di Forza Italia che non a ribattere punto su punto a Matteo Renzi.
Non molto meglio sta andando a Matteo Salvino e alla sua Lega (la querelle con Tosi per il Veneto è ancora tutta dall'essere conclusa) e a Beppe Grillo che, nonostante il pungo di ferro che ogni tanto picchia sul tavolo virtuale, deve ogni giorno fronteggiare il malumore di un numero sempre crescente di grillini.
Morta e sepolta sotto i colpi che sono partiti dal suo interno anche l'esperienza "montiana" di Scelta civica.
Ma se da Roma si torna in Gallia le cose non appaiono poi così diverse. Quel che sorprende è che si tratta di una condizione che non è solo della politica, ma più in generale della società, dove in molti sembrano più interessati a gettare discredito su qualche compagno di banco.
Spiace constatare che la logica del "tanti nemici, tanto onore" a volte trovi adepti anche nel nostro mondo, nelle comunità parrocchiali, dove non sempre è così facile o scontato mettere intorno a uno stesso tavolo e fare collaborare gruppi e associazioni.
MASSIMO VENTURELLI
12 mar 2015 00:00