Sport. Quelle lacrime di Buffon
I tifosi bresciani sono abituati alle lacrime ed alle delusioni provocate dai loro giocatori preferiti. Ma vedere Buffon piangere a fine partita per l’eliminazione dell’Italia ai prossimi mondiali di Russia ha lasciato il sapore delle favole che si concludono senza un lieto fine
I tifosi bresciani sono abituati alle lacrime ed alle delusioni provocate dai loro giocatori preferiti. Ma vedere Buffon piangere a fine partita per l’eliminazione dell’Italia ai prossimi mondiali di Russia ha lasciato il sapore delle favole che si concludono senza un lieto fine. Sono esplose le polemiche come sempre. Del resto, ora che tutti fanno i calcoli sulle perdite economiche e di immagine per la mancata partecipazione al mondiale, a qualcuno toccherà cercare soluzioni di facciata, cacciando taluni dirigenti, e soluzioni di sostanza attivando dei percorsi educativi e culturali per rinnovare il mondo sportivo.
Toccherà certamente alla pedagogia e non ai fanfaroni sui mass-media indicare la via. Non toccherà neppure alla politica e all’economia far la voce grossa: sono loro i responsabili di un fallimento generazionale. Ed infine, speriamo che i commenti in rete, intrisi di populismo, non prevalgano sul buon senso. La pedagogia ha il pregio di accompagnare il cammino di una persona o di una organizzazione partendo (anche) dai fallimenti e giungere così al successo desiderato. Ben vengano dunque le lacrime quali consapevolezza del limite e del bisogno di ricominciare. Nella prosperità, purtroppo, nessun vuole riflettere e cambiare idea! Solo l’umiltà e la coscienza dei propri limiti sono l’unico vero ingrediente per il successo. Come cantava De Andrè “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori”. Ma il concetto più bello che ci offre la pedagogia è quello della resilienza. Si racconta infatti che quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro.
Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita e ha una storia, diventa più bella. È questo il segreto per crescere e ricominciare dopo ogni sconfitta. Asciugate le lacrime di Buffon bisogna considerare l’eliminazione subita dall’Italia calcistica quale possibilità di crescita e di maturazione. Il segreto del successo non consiste pertanto nell’evitare difficoltà o stress; quanto piuttosto nello scoprire che ogni persona o gruppo possiede valori e risorse che gli consentono di affrontare la fragilità umana con nuove energie. Come l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri! Così anche il movimento sportivo può rinascere, rafforzato, da questo insuccesso. Più forte è la sofferenza per l’eliminazione più forte sarà la reazione per rinascere, rinvigoriti e motivati, creando una nuova cultura sportiva ed una nuova partecipazione.