La legge della vita
Si ricomincia. Riaprono le scuole e un po’ per tutti a settembre tira aria di ripartenza. Anche nei nostri ambienti iniziano l’anno catechistico, l’attività pastorale, i vari gruppi, gli incontri. Come ci piacerebbe che anche nel nostro rapporto con Dio riuscissimo ogni anno, o meglio ogni santo giorno, a ricominciare sul serio a fare una bella opera di restyling di noi stessi, dagli occhi – passando per la testa – al cuore, per vedere i colori di quell’unico possibile luogo di incontro con il Signore, che è il nostro quotidiano!
Nonostante la buona volontà di chi ha provato a rinnovare le proposte di fede che ci verranno fatte (e magari ci è anche riuscito), molto probabilmente dopo l’entusiasmo iniziale e la gioia di rivederci - già lo sappiamo - cadremo nella noia del già visto e nell’abitudine della ripetizione. Non c’è santo che tenga, noi funzioniamo così: il letto da rifare ogni mattina, anche se le lenzuola sono firmate e il copripiumone è nuovo di zecca, resta da rifare ogni mattina! Per poi disfarlo, la sera, ovvio. Quello del letto è un esempio che mi è particolarmente caro, una questione su cui mi sono arrovellata per anni, almeno finché non ho incontrato la spiritualità di Nazareth e provo a viverla. Sì, provo, perché si parte da un dato assolutamente inconcepibile: un Dio che si fa carne, difficile persino da pronunciare. Eppure lì dentro, tra le mura di quella piccola casa di Nazareth, si nasconde il segreto della Vita, quella vera. Un uomo, che è anche Dio, trascorre circa 30 anni della sua vita semplicemente a vivere, senza che di lui si sappia altro se non che “cresceva” e doveva “stare nelle cose del Padre”, rimanendo sottomesso al papà, carpentiere, e alla mamma, come qualunque altro figlio. Praticamente anche lui ogni mattina rifaceva il letto, se la sua mamma glielo aveva chiesto. E poi andava al lavoro, come noi, e il sabato alla sinagoga per partecipare ai “soliti” incontri di preghiera e di catechismo. Eccolo il nostro Dio, intento a salvare il mondo – e anche noi – così: facendo le cose di tutti giorni. È questo il segreto per “vivere da Dio”. Scritto nella legge dell’incarnazione, con una grammatica speciale che è tutta da scoprire e da imparare, per poi usarla nel fare il letto, vestirsi, lavorare, mangiare, incontrarsi, ammalarsi, guarire, soffrire, gioire, amare, perdere… ecc. Fino a morire e infine risorgere per sempre. Un po’ di pazienza e potremo imparare a vivere così, con qualche esercizio di apprendimento e un po’ di allenamento, come si fa con ogni lingua che si vuole imparare. E chi non la vorrebbe imparare questa legge vera della vita?