Società Rei: benaltristi alla riscossa
Benaltristi alla riscossa. È impressionante quanta energia si sprechi attorno al fatidico “ci vuole ben altro”. Da sempre è pratica quotidiana dei politici che non fanno parte della maggioranza di governo, oggi ingigantita da un uso smodato di tweet, post, like e condivisioni. Il numero degli italiani con un lavoro è tornato ai livelli pre crisi? Ma per favore, ci vuole ben altro!
Benaltristi alla riscossa. È impressionante quanta energia si sprechi attorno al fatidico “ci vuole ben altro”. Da sempre è pratica quotidiana dei politici che non fanno parte della maggioranza di governo, oggi ingigantita da un uso smodato di tweet, post, like e condivisioni. Il numero degli italiani con un lavoro è tornato ai livelli pre crisi? Ma per favore, ci vuole ben altro! La produzione industriale è cresciuta, le previsioni occupazionali sono buone, sono aumentati gli investimenti industriali, sono cresciuti anche i consumi? Sì, però resta il fatto che l’erba dei nostri vicini è più verde. L’esercito benaltrista è sempre mobilitato, pronto a svillaneggiare con arrogante sufficienza quei pochi ormai che si permettono di contraddirlo appellandosi all’oggettività dei numeri: Ma dove? Chi crede più alle statistiche! L’ultima battaglia si è consumata sul Reddito di inclusione, un aiuto economico per le famiglie e le persone più in difficoltà. Non solo soldi (da 190 a 485 euro al mese a seconda della composizione del nucleo familiare), ma un piano di contrasto alla povertà che metterà in moto i servizi sul territorio di residenza di chi riceverà il beneficio economico per un percorso di reinserimento sociale e lavorativo.
L’Istat calcola in 1 milione e 200 mila le famiglie italiane che con il reddito di cui dispongono non riescono ad acquistare il minimo dei beni essenziali; con lo stanziamento fatto dal Governo per il 2018 (cica 2 miliardi) quelle che potranno accedere al Reddito di inclusione saranno 400mila. Troppo poche? “Alleanza contro la povertà” – organizzazione promossa da 35 soggetti sociali e alla quale si deve un’azione di stimolo risultata determinante per il varo del provvedimento – ha calcolato che per aiutare tutti coloro che ne avrebbero i requisiti, di miliardi ne servirebbero 7. Siamo dunque solo all’inizio, ma pur sempre un inizio. Per la prima volta si interviene sulle situazioni di povertà in una logica non solo assistenziale e lo si fa coinvolgendo i Comuni e il mondo associativo che agisce nel campo della solidarietà e dell’utilità sociale. Si è delineato un percorso che ha come bussola il lavoro, strumento indispensabile per restituire dignità alle persone. La ripresa economica, l’attivazione del circolo virtuoso della creazione di nuovi posti di lavoro e una ritrovata fiducia rispetto al futuro sono elementi di base essenziali per l’efficacia, la funzionalità e il futuro completamento del Reddito di inclusione. Per la lotta alla povertà in Italia siamo al momento decisivo.