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di LUCIANO COSTA 01 giu 2016 00:00

Silveri, buon samaritano

Luciano Silveri è stato mite-umile-misericordioso, cristiano vero, raccontatore di storie di vita raccolte per strada

Di Luciano Silveri si può dire che sia stato come il “buon samaritano” che alla vista del viandante indifeso e in difficoltà scende da cavallo per prendersi cura di lui. Era nato a Salò e sulle rive del lago, nell’oratorio che allora era curato dai padri Piamartini, aveva imparato a masticare “pietas et labor” e a mischiare giochi (necessari per crescere) e idee (adatte a colorare di buon futuro il presente) così da renderli “pane commestibile”, cioè buono per tutti. Luciano completò la formazione in città e si offrì al mondo del lavoro esibendo una laurea in ingegneria, che allora significava avere davanti a sé porte spalancate. Lui attraversò quelle porte, ne aprì di nuove, lasciò la sua impronta immaginando e concretizzando progetti a dir poco avveniristici.

Non si arrese mai, fece tesoro delle esperienze consumate, ripartì ogni volta con coraggio e determinazione verso altre mete. Una di queste, importante e sconvolgente, gli fece misurare la città in lungo e in largo al fine di convincerla dei benefici che l’acqua calda servita casa per casa dal “teleriscaldamento” avrebbe garantito. Con questi presupposti, Luciano poteva prendere la bisaccia e partire ben sapendo che ovunque fosse arrivato sarebbe stato ben accolto. Invece, lui restò fedele alla sua Brescia e alle buone cose che negli anni aveva seminato: uno studio di progettazione aperto soprattutto ai giovani disposti a sognare in grande; disponibilità a collaborare con chiunque avesse in mente di mettersi dalla parte dei più deboli; attenzione specifica a un mondo giovanile gravato da messaggi altisonanti e raramente animato con progetti da realizzare insieme per il bene della società; una generosità senza confini; l’idea di una missione che pur mantenendo radici nel tessuto locale ampliasse i suoi rami fino ai confini del mondo…

Luciano Silveri è stato mite-umile-misericordioso, cristiano vero, raccontatore di storie di vita raccolte per strada e fatte tornare in strada sotto forma di parole buone per condire il resto del viaggio. Dopo aver pubblicato “Cammini di liberazione” (un libro che non ha mai smesso di essere attuale), Luciano disse che le parole in esso racchiuse erano pensate e donate per essere “d’aiuto a qualcuno”. Senza nascondere emozioni e lacrime, adesso che l’Amico è andato avanti, è il caso di leggerle e rileggerle quelle parole. Però, senza commentare, “per non appannarle” e renderle incomprensibili.
LUCIANO COSTA 01 giu 2016 00:00