Siamo tutti tra di noi
Due anni fa al cimitero del mio paese, dove mi reco ogni mese per trascorrervi un’ora in compagnia dei ricordi, si è avvicinata una signora del paese, che con aria seria ha detto: “Alla fine qui siamo tutti tra di noi, la vita ci fa allontanare ma poi ci ritroviamo qui insieme, tra di noi”. Nei paesi è così, c’è meno anonimato rispetto alla grande città. Poi non è un “noi” così chiuso perché ci sono mariti e mogli che sono venuti in paese col matrimonio, ci sono vicini che non andavano d’accordo tra di loro, parenti che hanno litigato per l’eredità, ci sono i preti e le suore che hanno servito il paese. Qualche religioso che ha deciso di essere sepolto qui dove è nato.
Ci sono i bambini come Marchino, mio cuginetto, che è morto a pochi mesi. Ci sono ragazzi e ragazze con le vite spezzate nella primavera. Ci sono gli “antichi” che nessuno ha conosciuto e tanti soldati, alcuni ricordati solo con i nomi perché dispersi in Russia come lo “zio Antonio” o sul Caucaso come lo “zio Giacomo”. Ci sono i nobili con i due cognomi che aumentano l’importanza e c’è Adelina che era poverissima e il funerale fu pagato dal parroco. Ci sono anche due anziani omosessuali che fecero tanto mormorare in paese per la loro storia ma che ora riposano uno di fianco all’altro perché morti a pochi mesi di distanza. Ci sono le sorelle Merita ed Energia, quest’ultima chiamata così dal papà perché nacque quando arrivò in paese l’energia elettrica e c’è la “Preta” che ne combinò di tutti i colori per la sua semplicità.
Al cimitero ci sono anche i Santi della porta accanto. Santi è il nome dei cristiani che sono tali in virtù del Battesimo. Santi che hanno aiutato tanti come Claudio, medico in pensione, che è rientrato in servizio per l’emergenza del Coronavirus e ne è rimasto vittima. Santo come Luigi che in ospedale rinuncia al respiratore per un ragazzo giovane musulmano; Luigi faceva parte di un partito contro l’immigrazione ma la sofferenza, l’ha reso accogliente, disponibile. Santa come Brunella che, pur colpita da una recidiva gravissima, decide di andare a Roma per rendere omaggio alla salma di Giovanni Paolo II e trova la forza per fare ventitré ore di coda. Sante come le donne del condominio CBC che al sabato facevano la spesa anche per “Franca” che non aveva lavoro ed era vedova con due figli. Sì alla fine siamo proprio “Fratelli Tutti” nella morte, nella risurrezione e nella santità.