di MASSIMO VENTURELLI
18 feb 2016 00:00
Siamo tutti come il “moralista” Alberto Sordi?
Dobbiamo proprio rassegnarci all’idea che il nostro sia un Paese di poeti, di artisti, di santi e... di tangentisti?
L’aspetto più drammatico è che sembra trattarsi di un sistema che va per la sua strada senza curarsi di niente e di nessuno. Di un sistema che passa attraverso le stagioni rinnovandosi sempre peggio. Perché se è vero, come le inchieste e i processi che si sono succeduti dalla stagione di Mani pulite in poi hanno appurato che una volta le tangenti servivano per sostenere la vita “dispendiosa” di tutti i partiti politici della Prima Repubblica (nessuno escluso), è altrettanto vero che con gli anni i “tangentomani” hanno imparato a rubare per sé stessi, per mero interesse personale. E l’hanno fatto (e continuano a farlo) a dispetto di tante iniziative progettate, magari anche dalla politica, per fare crescere nel Paese il senso di responsabilità, per educarlo alla legalità.
Che dire... Dobbiamo proprio rassegnarci all’idea che il nostro sia un Paese di poeti, di artisti, di santi, di navigatori, di eroi e... di tangentisti?
Che la più fedele raffigurazione del nostro Paese sia proprio quella fissata dal regista Giorgio Bianchi nel film “Il moralista” del 1959?
MASSIMO VENTURELLI
18 feb 2016 00:00