Sì o No... adesso si voti
I toni di questi ultimi giorni sono trivali e apocalittici al tempo stesso e come sempre saranno smentiti dai fatti. Abbiamo capito da questa campagna elettorale in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre che in gioco c’è ben di più del cambio di qualche articolo della Costituzione
I toni di questi ultimi giorni sono trivali e apocalittici al tempo stesso e come sempre saranno smentiti dai fatti. Abbiamo capito da questa campagna elettorale in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre che in gioco c’è ben di più del cambio di qualche articolo della Costituzione. C’è un modello di democrazia, c’è un’idea del futuro del Paese, ma ci sono anche rancori, rese dei conti, privilegi, stili e modi di fare dei politici italiani che tardano a perire. Ancora una volta in questi ultimi anni sono cambiate le sigle, qualche volto, ma nel dibattito tra i partiti non riusciamo a far maturare i processi del confronto democratico, non riusciamo a evitare la tentazione di buttare sempre tutto all’aria nella speranza che dal caos “sorga” il prescelto di turno, possibilmente della nostra parte o corrente politica. Abbiamo leader politicamente volubili, istituzionalmente instabili. Il sospetto è che più che il bene dell’Italia li guidi l’interesse individuale o, alla meno peggio, quello del proprio schieramento. Anche le alleanze diventano ballerine, ci stanno spiegando che vagano e vagheranno a seconda delle leggi elettorali e delle regole del gioco.
Non progetti e idee comuni da perseguire, ma convenienze e strategie per vincere la partita elettorale per poi ricominciare a litigare. Sarà imperfetto, ma forse il referendum ci obbliga ancora una volta a fare lo sforzo di prenderci le nostre responsabilità di cittadini. Per questo è indispensabile che il 4 dicembre si vada a tutti a votare. C’è chi ha già deciso per il Sì o per il No. Ai fini della validità della consultazione non è necessario che voti il 50% degli elettori. Il fatto è sostanziale. Se in gioco c’è la Costituzione e un qualche cambiamento del funzionamento dello Stato è fondamentale che tutti ci esprimiamo, che tutti ne siamo consapevoli, che tutti ci mettiamo in gioco. Vada come vada, ma questa volta le urne non possono essere disertate neanche per i mercatini di Natale! Chi invece è indeciso ha il dovere d’informarsi. La materia potrebbe non essere particolarmente attraente, ma tocca le regole del gioco, decide dei meccanismi legislativi e della rappresentanza di noi cittadini nelle istituzioni. Sapere nel merito di cosa stiamo parlando è un obbligo morale. Decidere di votare Sì o No in base alla simpatia o all’antipatia che proviamo verso Renzi è segno d’immaturità politica, è dare seguito a chi ha convenienza a che questo governo cada o resti in sella. Non basta! Siamo cittadini o burattini alla mercè di chi grida più forte? Bocciamo la riforma se riteniamo che peggiori la situazione attuale, promuoviamola se la riteniamo migliorativa. Questa è la nostra responsabilità di italiani.
Paradossalmente un voto sereno potrebbe maturare in queste settimane solo facendo un sano digiuno di talk show e telegiornali. Magari meglio qualche lettura di costituzionalisti competenti. Il 5 dicembre verrà in ogni caso. Forse potremo evitare le lacrime di coccodrillo viste in Gran Bretagna dopo la Brexit o negli Usa dopo le presidenziali. Magari avremo vinto, magari perso, ma, di certo, avremo “responsabilmente” partecipato.