Sfogatoio gentile
I tifosi di calcio hanno agognato per 20 mesi il ritorno allo stadio. Ovviamente vedere le partite da casa, comodamente seduti sul divano con birra e patatine, ha un suo fascino. Ma allo stadio, confuso tra 1000 altri tifosi, puoi fare ciò che la moglie non ti consentirebbe mai: urlare, bestemmiare, fare gestacci agli avversari, arrabbiarti con i tuoi giocatori. Nessuno può impedirti nulla. I galantuomini tacciono e gli steward desistono dagli inutili richiami a non togliere le mascherine anticovid.
Nelle ultime due settimane il bordocampo è tornato ad essere zona franca e “sfogatoio” per tante persone in cerca di riscatto ed un po’ frustrate dalla vita. Non è una cosa bella! E pensare che il bordocampo dovrebbe essere l’arma. Nel calcio, quando si gioca in casa, i tifosi sono definiti come l’uomo in più in campo che può fare la differenza sul risultato.
Questo genere di tifoso dovrebbe garantire il calore e la passione, il sostegno e l’incoraggiamento a quelli che stanno dalla sua parte. Chi gioca in campo, statene certi, percepisce quanto succede nel bene come nel male… o ne riceve slancio o soffre di solitudine.
Il cambiamento della logica “sfogatoio” del tifoso è possibile. Nasce soprattutto dal conoscere i giocatori in quanto persone di sport e non come strumenti di cura delle proprie frustrazioni. Difficile per la serie A o B del calcio, molto più semplice nel campetto dell’oratorio. Mentre i ragazzi si allenano anche un tifoso li può guardare da vicino. Se li incoraggia, i ragazzi lo sentono e si impegnano ancora di più. Se li insulta, questi non faticano a rispondere a tono o a mostrare i pugni. Se poi quei giovani atleti sono tuoi figli o conoscenti, potresti provare a fare un allenamento con loro. Anni fa ho chiesto al mister di potermi allenare con gli adolescenti dell’oratorio. Al quarto giro di campo ho smesso di fare lo sbruffone e ho cominciato a sentire la fatica, il fiato corto e i loro commenti scanzonati. Da quella volta ci siamo voluti tutti un po’ più bene: ero diventato uno di loro. Il sacrificio condiviso unisce.
Lo sfogatoio vissuto attraverso la condivisione e la gentilezza produce frutti di bene per tutto l’ambiente. Se a bordocampo semini vento raccogli tempesta. Se saprai fare della gentilezza la tua arma per incoraggiare, per promuovere, per accudire, per accompagnare…. A quel punto, lo sfogatoio si cambierà in un tuo pozzo da cui attingere risultati positivi per l’intera società.