di DAVIDE GUARNERI
25 feb 2016 00:00
Settimana corta? Dibattito da approfondire
Non ha senso limitarsi ai sì e ai no, alle difese ad oltranza. Ci sono scuole che da molti anni chiudono il sabato. Il dibattito non può essere determinato solo dal criterio del taglio di spesa
Permane qualche perplessità per le discipline con poche ore settimanali, ridotte ulteriormente (pensiamo all’ora di religione, ma non solo a quella). Però non ha senso limitarsi ai sì e ai no, alle difese ad oltranza. Ci sono scuole che da molti anni chiudono il sabato, per esempio scuole paritarie cattoliche: ma hanno saputo riorganizzare completamente la didattica. Il dibattito non può essere determinato solo dal criterio del taglio di spesa: tenere gli alunni molte ore a scuola chiede spazi idonei, come è già in altri Paesi, dove le aule sono ampie e belle, incorporano biblioteche e ambienti per lo studio e lo svago. Soprattutto chiede una didattica diversa, una organizzazione non solo per ore e materie e fatta di “spiegare o interrogare”: anche se con ore da cinquanta minuti le “materie” rimangono sei, sette, da preparare e studiare, con tradizionali compiti a casa da svolgere. L’organizzazione e i tempi della scuola devono essere pensati pensando ai ragazzi, per promuovere l’apprendimento, il desiderio di scoprire, di sperimentare.
La scuola è, inoltre, parte di un ecosistema sociale: è un sistema di relazioni tra scuole, che incide nella quotidianità di famiglie e insegnanti, di giovani che a loro volta frequentano e vivono altri mondi, come lo sport, l’associazionismo, i gruppi amicali. Intorno alle scuole stanno i servizi, l’organizzazione della cultura e del tempo libero, gli Oratori. Gli attori del dibattito sul sabato libero abbiano consapevolezza della complessità che è in campo, perché toccando la scuola si tocca la comunità intera.
DAVIDE GUARNERI
25 feb 2016 00:00