Settembre bussa
Settembre può essere un brusco risveglio, una frontiera che nelle lunghe e spensierate serate estive sembra talmente lontana… E invece, mentre siamo ancora del tutto immersi nella rarefatta dimensione temporale delle vacanze, ecco che il calendario snocciola velocemente gli ultimi giorni di agosto, pronto a tendere l’agguato del “rientro”.
Dal primo settembre in poi avremo una manciata di giorni per convincere i nostri ragazzi a tirare via la sabbia dai piedi, calzare un paio di scarpe e indossare abiti cittadini, ma soprattutto dovremo impegnarci per spingerli fuori dal tunnel del jetlag estivo. Eh sì, perché in questi tre mesi di vacanze molti adolescenti si sono lasciati andare alla sbornia del tempo libero e sono perfino riusciti a sovvertire il ciclo circadiano. Le tenebre illuminate dai falò sulla spiaggia, le feste danzanti che culminavano all’alba con cappuccino e cornetto… Sono ricordi che lentamente prendono il largo. Resta lo stordimento e un senso di forte malinconia.
Come faranno (e come faremo) a riprendere i consueti ritmi autunnali? L’estate è un tempo sospeso, vero. Le attività tradizionali si fermano, il ritmo delle giornate offre una tregua. Chissà se in questo rallentamento hanno trovato spazio momenti di dialogo, di chiarimento e di approfondimento tra genitori e figli.
Quanto si è parlato in famiglia durante queste vacanze (bisillabismi a parte)? Come hanno trascorso il tempo i nostri ragazzi? Quale messaggio educativo è passato? Perché i messaggi educativi non vanno in vacanze, neppure quando sembrerebbe il contrario.
L’estate per molte famiglie è il tempo del ritorno, magari nella terra di origine di nonni e genitori. È il tempo per riscoprire chi siamo e come siamo cambiati, quali sono (o erano) i nostri desideri. Si ripercorrono ricordi e si sperimentano antiche emozioni. Perché non condividerle con le nuove generazioni, magari sollecitando piccole riflessioni on the road?
Sarebbe auspicabile, poi, prima della ripresa a pieno ritmo delle attività didattiche e anche di quelle familiari, fare un piccolo bilancio, per poter stabilire le tappe della ripartenza, in modo che siano calibrate sulla realtà dei nostri figli.
L’estate trascorsa avrà saputo senz’altro regalare degli spunti. Prima di ricominciare a “chiedere” ai nostri figli, riflettiamo sulle loro peculiarità e sulle loro potenzialità (quelle reali, non quelle che vorremmo avessero). Non trascuriamo le fragilità. Ricordiamoci che il cammino da fare nei prossimi mesi sarà faticoso e il miglior modo di renderlo percorribile sarà quello di trasformarlo in un progetto comune e condiviso.
Qualcuno di loro fra pochi giorni dovrà cimentarsi con lo spauracchio degli esami “di riparazione”. Sono quelli che hanno trascorso l’estate ascoltando i rimbrotti degli adulti, cercando di ritrovare fra le pagine dei tomi invernali la perduta motivazione. Oppure quelli che, rimandando a un evanescente domani il momento del recupero, ora fanno nottata sui libri sperando di fare ancora in tempo a portarsi a casa la promozione.
La motivazione è un tema importante: è il motore di qualsiasi progetto che abbia qualche possibilità di riuscita. Ricordiamoci di “motivare” i nostri figli, magari chiedendo notizie a proposito dei loro sogni. L’esperienza degli adulti è preziosa, ma non si può “imporre”. Un buon dialogo, basato sulla reciproca fiducia, riesce a trasformarsi un proficuo scambio.
Settembre è un appuntamento importante, cerchiamo di non lasciarlo trascorrere invano.
Superato il “trauma” della ripresa, facciamoci sorprendere dai semi di una possibile rinascita: il campo è pronto per essere arato e seminato con i migliori propositi. Gli ingredienti vincenti saranno fiducia, speranza, senso di responsabilità, motivazione, autostima e solidarietà.
Settembre bussa…