Sesso a pagamento
Tutto si compra. E il sesso a pagamento, un tempo disdicevole, oggi è sempre più ricercato. Recentemente il nostro territorio è salito agli onori della cronaca per l’ampia offerta della prostituzione, anche ben retribuita, come ha documentato l’inchiesta giornalistica della trasmissione televisiva “Zona Bianca”. Si pratica negli appartamenti non in strada. Anche per questo motivo viene, purtroppo, maggiormente accettato o potremmo definire tollerato. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. La convinzione poi che non celi uno sfruttamento “autorizza” anche i più reticenti.
Poco importa se la tratta si infila anche nei locali ben arredati e puliti dei nostri condomini. Sullo sfondo c’è un tema più grande come ha ben sottolineato il sociologo Bauman in “Amore liquido”. “La scissione avvenuta tra sesso e amore è una conseguenza dell’homo consumens, il risultato di una società liquido-moderna, in cui i rapporti sessuali devono essere vissuti come ‘episodi piacevoli’, ma in modo consumistico e senza complicazioni sentimentali. In un mondo dove tutto deve essere esperito e rinnovato velocemente, non c’è tempo per l’amore profondo, per le relazioni stabili, per progetti a lungo termine, ma ne resta solo per incontri fugaci e senza impegni”. E poi c’è chi sceglie (quando non è costretto) di utilizzare per un profitto il massimo della propria intimità, anche se tiene a precisare, non in maniera convincente, che non è “vendita del proprio corpo” bensì “vendita di prestazioni sessuali”. Non basta, però, la fotografia della situazione.
Qual è il livello di responsabilità di ciascuno di noi? Dal consumatore al locatario nessuno deve sentirsi escluso. Potremmo allargare il discorso anche al sesso a pagamento nelle stanze virtuali delle chat o del sexting, la pratica in uso soprattutto tra i giovani di condividere contenuti di carattere sessuale. Il risultato, scontato, è di cadere nella rete dei ricatti. Da dove ripartire? Dall’educazione all’amore. Anche in famiglia con i figli. Le comunità cristiane devono recuperare la sessualità dell’amore, non la sessualità “cosificata” per citare Papa Francesco. Il modo migliore per iniziare ad affrontare la questione è comprendere che il sesso nella coppia non è un tabù. Il terreno non è in discesa, anzi. Come osserva ancora Bauman “in una cultura consumistica come la nostra, che predilige prodotti pronti per l’uso, soluzioni rapide, soddisfazione immediata, risultati senza troppa fatica, ricette infallibili, assicurazione contro tutti i rischi e garanzie del tipo ‘soddisfatto o rimborsato’, quella di imparare ad amare è la promessa (falsa, ingannevole, ma che si spera ardentemente essere vera) di rendere l’esperienza dell’amore simile ad altre merci, che attira e seduce sbandierando tutte queste qualità e promettendo soddisfazioni immediate e risultati senza sforzi”.