Senza fiato
Due aspetti mi fanno più male di tutti gli altri sulla questione del conflitto israelo-palestinese. Il primo è incredibile in un’epoca informata come la nostra: la difficoltà ad essere oggettivi a partire dai numeri. Sono andato alla ricerca di una fonte sicura, super partes: cito i due ultimi discorsi (www.unric.org) che il Segretario generale delle Nazioni Unite ha dedicato alla situazione di Gaza. Oltre il 70% delle infrastrutture civili sono distrutte o gravemente danneggiate; un milione e settecento mila persone sono sfollate; solo 7 su 29 missioni di consegna degli aiuti al Nord della Striscia sono arrivate a destinazione; 152 membri del personale dell’Onu sono stati uccisi (non si è mai vista una carneficina del genere in nessuna missione Onu); sono stimati morti 26.750 palestinesi (gli israeliani uccisi nell’orribile attacco di Hamas sono stati 1200, quelli ancora ostaggi dei terroristi sono 130, di cui 29 ritenuti morti). Questi numeri lasciano senza fiato. Ma ancora più mi lascia senza fiato la seconda cosa che mi fa più male: chi fa da mediatore si chiama Egitto. Egitto! Nessun Paese pervenuto dall’Europa, figurarsi l’Europa stessa. Assicurando che ci andrò, mi chiedo, con tutta sincerità, per cosa e per chi andremo a votare.