Seminando per il futuro
Che strano campionato - mi confida un giocatore del Brescia Calcio poche ore prima dell’ultima partita – le tante sconfitte, le tante speranze tradite, il lungo silenzio delle tifoserie causa Covid, una ripresa obbligata dagli interessi e non dalle passioni sportive. E poi, caro don, c’è tanta amarezza nel cuore. Siamo retrocessi in serie B dopo un solo anno nella categoria maggiore. Quanta tristezza! Anche noi giocatori ci chiediamo ogni sera se avremmo potuto fare di più. Anche noi facciamo l’esame di coscienza. Abbiamo sempre giocato impegnandoci al meglio … ma ben presto ci siamo accorti che gli altri erano molto più forti di noi. Onore ai vincitori! L’unica cosa che mi consola è che in questi ultimi mesi abbiamo molto seminato, convinti di aver messo le basi per un futuro migliore. Devo confessare il mio stupore ascoltando un giovane venticinquenne (poco importa se calciatore) che interpreta un passo evangelico a partire da un fallimento sportivo. Anche se ha sempre frequentato la messa durante i ritiri pre-partita, non penso si ricordasse del brano nel quale Gesù insegna che il chicco di grano caduto per terra non porta frutto se prima non muore. Molto spesso gli atleti, come anonimi testimoni di fede, trovano involontariamente nella vita sportiva delle similitudini con il vangelo. Bisogna morire per portare molto frutto! Vale anche nello sport.
Ed il Brescia Calcio è proprio esperto nel morire - ad anni alterni - con retrocessioni umilianti alternate a vittoria esaltanti. Per molti, questo saliscendi di categoria, non ha mai insegnato nulla. Rileggendo la storia recente si comprende che lo sbaglio è proprio nell’aver cercato soltanto la singola vittoria ad ogni costo; ogni partita bastava a se stessa, dimenticando che esistono i progetti a lungo termine. Non si può riempire un granaio se prima non si investe nella semente di qualità; se non si lavora sodo, zappando e coltivando in attesa di raccogliere frutti abbondanti. Soltanto quando la società sportiva porrà delle basi, solide e durature, con persone competenti e appassionate, potrà maturare un raccolto abbondante. Talvolta ci vogliono anni (vedi il percorso dell’Atalanta!) prima di giungere in alto! Il Brescia è troppo acerbo, e molto deve ancora morire nel mondo sportivo bresciano. Un giovane giocatore da solo non fa primavera! Ciascuno faccia il suo esame di coscienza. In tanti dobbiamo ancora seminare e morire per portare frutto.