Segni di pastorale giovanile
A macchia di leopardo, ed oggi in modo del tutto disomogeneo ma non per questo non significativo, la nostra diocesi è costellata di grandi e piccole iniziative per l’estate dei giovani
Una delle fatiche più grandi della pastorale è l’accorgersi di continuare a gettare semi e ritrovarsi difficilmente a godere dei frutti (o, a volte, anche solo dei germogli). Guardando alla pastorale estiva della nostra diocesi dedicata ai giovani ventenni, possiamo dire – se non ci facciamo velare lo sguardo da quel pessimismo ecclesiale oggi piuttosto diffuso – di essere nella fortunata situazioni di vedere fiori e frutti, senza avere una memoria chiara di chi ha seminato. A macchia di leopardo, ed oggi in modo del tutto disomogeneo ma non per questo non significativo, la nostra diocesi è costellata di grandi e piccole iniziative per l’estate dei giovani. Negli anni della Gmg continentale (che ha una cadenza indicativamente triennale e si è alternata – fino ad oggi – tra un’edizione europea e una extraeuropea) gran parte delle proposte di parrocchie, oratori e associazioni, si collega all’evento con il Santo Padre.
I numeri dei partecipanti all’esperienza continuano a rimanere molto significativi, ed è giusto segnalare – dopo l’edizione di Cracovia – un importante rinnovamento dei giovani partecipanti, con un buon numero di 18-20enni. Gli anni “liberi” da eventi straordinari sono invece – come dicevamo – punteggiati da esperienze, molto diverse tra di loro, spesso figlie di tradizioni locali ben curate nel tempo o dell’entusiasmo di alcuni giovani e sacerdoti. Anche le famiglie religiose presenti sul territorio strutturano interessanti progetti per l’estate dei giovani sopra i 18 anni. C’è una consistente proposta di pellegrinaggi (a piedi o in bici), con la riscoperta oltre che di Santiago di vie ricche di storie e fascino (la Francigena, la zona di Assisi…); esistono alcune esperienze di volontariato (campi di lavoro – in Italia e all’estero); esperienze di spiritualità giovanile (settimane di esercizi spirituali, occasioni di confronto con la parola di Dio); corsi di formazione; gemellaggi con realtà italiane per l’animazione dei grest locali; esperienze di missione in particolare in Africa e in America Latina.
Si è trasformata radicalmente la fruizione di queste opportunità: se da un lato rimane il gruppo locale, quasi sempre guidato da un sacerdote o da un religioso, che fa da nucleo forte dell’esperienza, la mancanza di sistematicità delle proposte ha creato un interessante (e a volte un po’ rischioso) fenomeno di “ricerca dell’esperienza dell’estate”, con il tentativo di trovare da soli una proposta fatta su misura per sé.