Scuola: meglio iniziare bene
Nei giorni scorsi è stata avanzata l’ipotesi di prolungare la scuola fino a fine giugno. Pare che si intenda applicarla solo alla scuola primaria. Fra le motivazioni a sostegno della proposta spicca l’impressione che la didattica a distanza non solo sia risultata inefficace rispetto a quella in presenza, ma abbia anche ridotto i tempi e la qualità dell’apprendimento scolastico. Di questo parare è, per esempio, Mario Rusconi, presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi). A suo giudizio è “giusto tenere aperte le scuole elementari fino a fine giugno anche per recuperare eventuali gap. […] Ci sono stati diversi insegnanti delle elementari che mi hanno raccontato che soprattutto i bambini di seconda, all’inizio dell’anno scolastico, avevano grosse difficoltà a leggere e scrivere, avendo fatto il secondo quadrimestre della prima elementare in dad”. Simile è il parere di Paola Serafin, rappresentante dei Dirigenti Scolastici nella Cisl, secondo cui, nonostante la scuola primaria sia ancora attuata in presenza durante l’attuale anno scolastico, “se si pensasse di tenere aperte le scuole elementari per tutto il mese di giugno con attività ludiche e di recupero per i più piccoli, certamente saremmo favorevoli”.
Due pareri distinti, dunque, per i quali la proposta del prolungamento delle lezioni è positivamente accolta. Un aspetto sembra sfuggire a molti: il fatto che da parecchi anni molte scuole del Paese comincino le lezioni a metà settembre con un organico in ruolo ridotto, con la conseguenza che alcune discipline iniziano ad esser impartite solo da fine ottobre o a novembre inoltrato. Siccome tanti studenti hanno le oggettive difficoltà di apprendimento segnalate da Rusconi e molte altre, non converrebbe che il Ministero migliorasse i tempi e i modi di avvio dell’anno scolastico, piuttosto che decidere di prolungarne il termine? Per quanto tempo le scuole e le famiglie italiane dovranno continuare a subire questo palese disservizio dell’assenza di molti insegnanti in cattedra all’avvio dell’anno scolastico? Chissà se a questo oggettivo e cronico problema della scuola italiana il ministro Bianchi saprà e vorrà dare adeguata risposta. Nell’attesa del miracolo, è probabile che gli insegnanti continuino a compiere il loro dovere anche fino a fine giugno, se così verrà loro richiesto, testimoniando la loro dedizione all’unico bene che si commercia investendo denaro a fondo apparentemente perduto: l’istruzione.