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di DAVIDE GUARNERI 14 set 2017 11:49

Scuola: bene i segnali positivi

Per circa 190mila studenti e oltre 15mila fra insegnanti e personale addetto anche a Brescia è suonata la campanella per l’inizio delle lezioni. Anche le comunità cristiane, oltre che le amministrazioni e la politica, non possono certo trascurare che gli studenti trascorrono a scuola molte ore ogni settimana

Per circa 190mila studenti e oltre 15mila fra insegnanti e personale addetto anche a Brescia è suonata la campanella per l’inizio delle lezioni. Anche le comunità cristiane, oltre che le amministrazioni e la politica, non possono certo trascurare che gli studenti trascorrono a scuola molte ore ogni settimana, incontrando saperi e vivendo relazioni educative ed emozioni, conoscendo il mondo, plasmando il loro pensiero e il loro cuore.

Con la ripresa delle lezioni si moltiplicano opinioni, luoghi comuni, appelli sulla scuola: l’elenco dei disagi è noto, e tocca ritardi nell’edilizia scolastica, difficoltà nella stabilizzazione e qualificazione del personale docente, insufficienti investimenti, iniqua disparità di trattamento fra scuola statale e paritaria, partecipazione dei genitori scarsa anche perché raramente promossa dalle scuole stesse, eccessiva burocratizzazione. La sequenza di lamentazioni offusca la positività della scuola quotidiana ed anche le numerose eccellenze diffuse nel Paese, sulle quali non è sufficiente accendere i riflettori con il premio al miglior insegnante dell’anno (a proposito, insegna matematica a Brescia la migliore insegnante italiana del 2017). Segnali positivi vengono anche dalla diminuzione degli abbandoni scolastici, dal consolidamento di esperienze come l’alternanza scuola/lavoro e dal potenziamento di discipline scientifiche e artistiche. Preoccupa (dati Eurostat settembre 2017) che il 26,1% dei nostri connazionali 25-34enni sia in possesso al massimo della licenza media (in Europa questa percentuale è al 17%): a scolarizzazione bassa, si sa, consegue più difficoltà nel trovare un’occupazione. Soprattutto, vi corrisponde impoverimento di pensiero, di idee, di fantasia per l’intero Paese. In questo inizio d’anno l’augurio è quello di non ridurre la scuola all’insegnamento dell’utile e dell’immediato: più che il voto finale conta formare integrità morale, capacità di presentare e di parlare in pubblico, attitudine alla soluzione dei problemi, qualità relazionali, desiderio di cercare. Qualcuno sostiene che più istruzione corrisponda anche a più felicità. Di certo meno ignoranza comporterà più serenità in dibattiti pubblici, meno generalizzazioni e luoghi comuni. Se la cultura non fosse nutrimento per la ricerca di senso che è di ogni essere umano, dovremmo accettare che un giovanissimo già ricco portiere di una squadra di calcio rinunci agli esami di maturità. Inutili, appunto.Buon anno scolastico a tutti.

DAVIDE GUARNERI 14 set 2017 11:49