Sbarra o protezione?
Scena molto frequente: cena tra amici, in un ristorante. La figlia di tre anni di una coppia scorrazza fra i tavoli, entra ed esce dalla sala. I genitori, a turno, a volte in modo autoritario, a volte implorante, la inseguono cercando di farla stare a tavola per mangiare qualcosa di ciò che ha nel piatto. Ma lei sembra sorda ad ogni loro tentativo. I genitori non riescono a rilassarsi con gli amici e a godere della serata perché impegnati nella difficile gestione della figlia.
Altra scena. Molto rara, quasi unica. Una famiglia con cinque figli, tra gli undici e i due anni, va a cena a casa di amici. I bambini scorazzano nel cortile, poi al momento di sedersi a tavola, trovano posto velocemente tra i due figli della coppia ospitante. I genitori non perdono tempo a radunarli ed a sistemarli a tavola. I bambini non si alzano per tutto il tempo della cena. Il bambino di quattro anni se la cava benissimo da solo tra i suoi fratelli, mentre il più piccolo dorme nel passeggino vicino a mamma e papà, seduti vicini. Questi bambini sembrano quasi doversi meritare lo sguardo dei genitori, che distribuiscono con sobrietà i sorrisi e le parole. Ma non emana severità da loro, non si impongono con autorità; bastano loro poche parole di suggerimento, non di comando. E questi genitori ridono e scherzano, si godono la serata con gli amici: sembra proprio che per loro sia una passeggiata, non un impegno portare fuori i cinque figli. I due più piccoli, passano dopo cena un po’ sulle ginocchia del papà, un po’ sulle ginocchia della mamma. Nessun conflitto fra loro, nessun capriccio. Papà e mamma non hanno portato nessun giochino per intrattenere i figli, tanto meno un cellulare per tenerli occupati, tranquilli. I più piccoli giocherellano con ciò che capita loro davanti, i più grandi parlano e scherzano con i figli dei padroni di casa.
Una scena idilliaca? Sì, eppure vera. Quanta autorevolezza emana da questi genitori! E come sembrano sereni i loro figli. E non danno l’impressione di avere paura dei loro genitori, di temerli. Semplicemente trovano tranquillità nella tranquillità dei loro genitori nel gestirli. Probabilmente questi bambini stanno crescendo sentendo che c’è un contenitore forte e sicuro attorno a loro, un contenitore che impedisce loro di essere in balia di se stessi. Ci sono dei confini, che non chiudono, ma che proteggono. Confini, ma entro i quali sanno di potersi muovere in autonomia, acquistando sicurezza, vera e profonda.
Le due coppie di genitori sono contemporanee, la società cioè è la stessa: è allora così potente la società? I genitori lo sono di più. La serata si conclude col buon vecchio e sano gioco a nascondino.