Saziamo gli affamati
Basterebbe il 3 percento, anzi il 2,9 percento. Se i Paesi del G7 tagliassero anche solo del 2,9 percento la propria spesa militare annuale (1.200 miliardi di dollari) si avrebbero risorse sufficienti per contribuire ad azzerare la fame nel mondo e per risolvere la crisi del debito estero che attanaglia i Paesi più poveri. Lo ha chiesto Oxfam in una nota indirizzata ai leader del G7 radunati lo scorso 13 giugno a Borgo Egnazia, in Puglia. Per eliminare la fame nel mondo, in tutte le sue forme, sarebbe sufficiente stanziare 31,7 miliardi di dollari in più all’anno da parte dei Paesi del G7. Aggiungendo 4 miliardi di dollari sarebbero in grado di ridurre di molto l’indebitamento del Sud del mondo consentendo così di liberare risorse pubbliche per servizi essenziali come l’istruzione e la sanità.
Invece no. I G7 – e non solo loro – persistono testardamente ad investire nel militare. Lo scorso anno gli Stati Uniti hanno erogato alla spesa militare 916 miliardi di dollari, 74,9 il Regno Unito, 66,8 la Germania, 61,3 la Francia, 50,2 il Giappone, 35,5 l’Italia e 27,2 il Canada. “Se si tratta di aumentare gli stanziamenti che alimentano le guerre, i governi del G7 trovano sempre le risorse necessarie, ma quando si tratta di reperire risorse per contribuire ad azzerare la fame nel mondo improvvisamente sono al verde” – ha detto Paolo Pezzati, portavoce di Oxfam Italia.
Le cifre della fame sono impietose. Oltre 281 milioni di persone nel mondo soffrono di malnutrizione acuta. Paesi come Somalia, Guatemala, Yemen e Kenya sono attraversati da crisi devastanti, mentre oltre un milione di persone a Gaza è ad un passo dalla carestia. I bambini a Gaza non solo stanno morendo sotto le bombe, muoiono di fame.
Nella Bolla di indizione del Giubileo papa Francesco si è rivolto alle nazioni più benestanti invitandole a riconoscere la gravità della situazione e stabilire di “condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli”. “Prima che di magnanimità, è una questione di giustizia, aggravata oggi da una nuova forma di iniquità di cui ci siamo resi consapevoli”, scrive papa Francesco. “Se veramente vogliamo preparare nel mondo la via della pace, impegniamoci a rimediare alle cause remote delle ingiustizie, ripianiamo i debiti iniqui e insolvibili, saziamo gli affamati”.