Santi subito?
Dieguito e Pablito: santi subito? Dieguito Armando Maradona, nato in Argentina (cosi chiamato perché significa il piccolo Diego. E lui non era proprio alto di statura) morto il 25 novembre; e Pablito (nome assegnato a Paolo Rossi da un giornalista al mondiale di calcio nel 78 in Argentina) morto il 9 dicembre. Entrambi grandi campioni nel calcio e forieri di grandi successi. Dieguito ha fatto sognare un’intera città, Napoli. Ha riscattato la miseria di tantissimi tifosi divenendo uno di loro.
Fu unico al mondo, nel gestire la palla e mandarla in rete. Pablito, ha fatto sognare un’intera nazione, l’Italia, quando ai mondiali dell’82, dopo la vittoria inattesa, tutta la nazione vinse la paura degli anni di piombo. Si badi bene: sono stati, in vita, due grandi campioni. Poi ci siamo dimenticati di loro finche la morte è giunta ed i mass media ci hanno inondato con fiumi di parole e immagini per esaltarne il mito. La grandezza sportiva non si discute, ma il vissuto umano ha avuto purtroppo luci ed ombre tipiche di ogni uomo. Si è sottaciuto su qualche marachella giovanile dell’uno e dell’altro (droga e calcioscommesse). Anche i campioni sbagliano e cercano scorciatoie poco edificanti! Per entrambi esiste però una morale: lo sport dichiara la grandezza dell’uomo e camuffa i mali della società. Sono la risposta alle crisi sociali. Pensiamoci: dopo la rivoluzione industriale ecco le olimpiadi moderne. Dopo i disastri sociali ecco i campioni del mondo. Dopo i fallimenti dei singoli uomini ecco la speranza legata ai miti sportivi. Diventano loro, i Dieguito e Pablito di turno, l’esempio da seguire.
L’uomo di Sport conta più dei santi. Ed a Napoli, morto Maradona, a furore di popolo si dedica a lui lo stadio cittadino. San Paolo viene declassato (a che serve oggi un santo nello sport?) ed ecco, l’uomo che ha dato speranze a una città, Dieguito Maradona, diventa il simbolo del riscatto che ogni uomo vorrebbe dare alla sua vita. I maligni concludono che, siccome resterà un fallito per sempre, il tifoso medio insegue l’impossibile. È proprio vero: senza miti non si insegue un sogno. E quando un mito ti lascia, e ti precede nel grande campo del cielo, impari per forza a camminare con le tue gambe… Dieguito e Pablito sono uomini che hanno camminato al nostro fianco e ci hanno trasmesso emozioni, gioie, passioni senza tempo. Ci hanno ricordato che un campione deve esserlo anche nella vita. Molto bene, i giovani ringraziano! Ma i santi sono un’altra cosa!