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di NICOLA SALVAGNIN 03 mar 2022 11:34

Russia: Il gigante d'argilla

I russi destinano un decimo del budget a spese militari

Un gigante militare con i piedi d’argilla: questa è la Russia di Putin. Laddove l’argilla è costituita da un’economia che ha un prodotto interno lordo pari a quello di Olanda e Svizzera messe assieme. E una bella fetta di questa mini-ricchezza arriva dalla vendita di risorse minerarie, gas metano e petrolio in primis. A chi? A quell’Europa che ora vuole sanzionarla economicamente per la guerra contro l’Ucraina. Nonostante una ricchezza individuale che è meno della metà degli standard europei, i russi destinano un decimo del loro budget statale alle spese militari: una percentuale pazzesca, che va a detrimento di quanto speso per sanità e pensioni. Almeno secondo i nostri standard di vita. Insomma il popolo russo è sostanzialmente povero e rischia di esserlo ancora di più ora. Non a caso si ragiona anche su sanzioni economiche che colpiscano i ricchi oligarchi, la schiera di potere attorno a Putin, i generali dell’Esercito, i tanti che hanno immense fortune “saggiamente” dislocate all’estero. Saggiamente fino ad oggi, perché per questi neo-feudatari il rischio ora è quello di perdere molto se non tutto. Nessuno verserà una lacrima per questo, ed è l’unico modo per fare terra bruciata attorno a una leadership dittatoriale e guerrafondaia. L’Italia esporta soprattutto macchinari, prodotti alimentari e tessili. Importa dalla Russia quasi solo metano, anche se in quantità spaventose: circa la metà del nostro fabbisogno. Una schiavitù che non ci permette di essere liberi nei giudizi verso Putin&co: senza il gas russo ci scalderemmo con la legna e faremmo luce con le candele. Una dipendenza che non può essere scalfita se non nell’arco di 4-5 anni. Giocoforza ci adegueremo alle sanzioni che verranno imposte alla Russia, sempre che l’escalation non ci porti verso dimensioni guerresche che avevamo dimenticato da moltissimo tempo. Saranno in genere di due tipi: finanziarie (il circuito russo uscirà da quello internazionale: significa tornare all’Ottocento in poche ore) e affini – e cioè ostracismo totale verso chi farà comunque affari con la Russia –; e di mancata fornitura di quelle componenti industriali senza le quali si fermeranno le fabbriche e i macchinari russi: ricambi, microchip, sistemi elettrici e informatici, treni e aerei… Insomma voi ci sparate, noi vi strangoliamo.

NICOLA SALVAGNIN 03 mar 2022 11:34