Rispondere alla paura
Mi fa paura quanto è successo sulla Metropolitana di Brescia, qualche giorno fa, tra la fermata di Sanpolino e San Polo: l’aggressione violenta ai danni di un giovane da parte di alcuni minorenni. Mi fa paura perché è, di fatto, qualcosa che non è mai successo con queste proporzioni (San Polo non è il bronx e deve continuare a non esserlo). Mi fa paura per quello che ha provato il ragazzo aggredito, così spaventato da non riuscire a fare denuncia. Mi fa paura perché il terrore ha bloccato le altre persone adulte presenti sul convoglio, che non sono riuscite a muovere un dito. Mi fa paura il non senso di questa violenza, tra ragazzi e a difesa di non si sa cosa. Mi fa paura che l’attenzione si accenda ora senza contare tutto il lavoro quotidiano che, per mesi, associazioni, parrocchie, cooperative, amministrazione pubblica, forze dell’ordine stanno tessendo in silenzio per risolvere la questione. Mi fa paura che i genitori siano costretti a pensare di non far uscire i propri figli. Mi fa paura la paura che proviamo e a cui siamo tentati di dare spazio. Su come rispondiamo a questa paura si vince o si perde. Tutti. Da chi sarà sindaco a chi ha altre responsabilità; dalla scuola alla famiglia; dal Comune alle parrocchie; dai ragazzi agli adulti.