Riportare la Costituzione sui palchi
Può avere le sue ragioni chi avrebbe preferito non sentire una celebrazione pop della Costituzione italiana sul palco di Sanremo, quasi per evitare di desacralizzare un testo così fondamentale con i suoi 75 anni. Preferisco, però, indignarmi e tanto perché la domenica seguente siamo andati a votare solo il 41% degli aventi diritto (il Lazio ci ha battuto con il 37%).
A farmi ritornare la nostalgia dell’Ariston ci pensano, poi, i commentatori politici che indagano nell’inconscio per trovare motivazioni a questa assenza: troppo vicino il voto con le politiche (io, per dirla con una battuta, faccio fatica a ricordarmi cosa ho votato alle politiche…), troppo evidente l’esito (la logica vorrebbe, allora, che si andasse in più tanti a votare…), troppo poco il racconto mediatico di un livello regionale (come se i contenuti abbiano sempre bisogno della perfomance dei media, per di più nazionali). Se lasciamo da sola la Costituzione sul palco di Sanremo ma non la difendiamo nelle scelte partecipate stiamo facendo un’operazione patinata, rassicurante, rilassante: sicuri che sia la vera democrazia? E sicuri che, al posto dell’Ariston, non sarebbe più opportuno riportarla sui palchi più ordinari ma veri delle nostre comunità?