Ringraziare oggi
L’appuntamento annuale della Giornata del ringraziamento nazionale ci vede riuniti a Brescia, proprio nella provincia del nostro presidente nazionale. Ci sono tutte le associazioni che fanno riferimento al mondo dell’agricoltura e che si ispirano alla Dottrina sociale della Chiesa. Noi sappiamo già il significato della Giornata, ma in queste brevi riflessioni vorrei rispondere alla domanda: perché è importante ringraziare? Si celebra nel periodo autunnale e già questo ci riporta al significato delle varie stagioni della vita, in modo particolare alla parte finale della nostra vita.
Lo stesso corso dell’anno è immagine della nostra esistenza: noi facciamo esperienza ogni anno che passa della nostra vita che ci lascia una traccia; c’è sempre qualcosa che cade a terra perché ad un certo punto della nostra vita porti frutto. È il cammino della nostra vita spirituale: è necessario staccare dei rami secchi affinché cresca qualcosa in noi di diverso e di nuovo. È un continuo allenarsi per distaccarsi da una tappa per approdare ad un’altra, un lavoro che dura tutta la vita. È il cammino di conversione che la liturgia ci suggerisce per la vita cristiana. Penso alla Giornata per il raccolto: il mondo rurale e dell’agricoltura si raccoglie attorno all’eucaristia per ringraziare della fecondità del proprio lavoro; guardando all’anno trascorso ci sentiamo pieni di gratitudine e di riconoscenza, siamo consapevoli che non tutto dipende dai nostri sforzi e dal nostro lavoro, come dice la preghiera che ogni anno recitiamo in questa occasione.
Ringraziare per l’annata trascorsa e per il raccolto significa innanzitutto essere consapevoli che dobbiamo ringraziare, il dire “grazie” fa parte della nostra vita; ringraziare perché la terra ci ha dato sostentamento, per le persone che ci hanno aiutato in vario modo, che sono state una provvidenza per me, persone che hanno delle capacità che hanno contribuito nel mio lavoro e nella mia attività.
Ringraziare significa anche gioire perché le persone attorno a me sono state una ricchezza e un dono e, fondamentalmente, perché la vita ha un gusto diverso se la vivo in comunione con gli altri. Scriveva T. Merton che “l’uomo non è un’isola!”. L’autunno ci regala una tavolozza di colori, ma come sempre le foglie e i colori entrano nel buio della terra in attesa di una nuova fioritura. Così del resto è la nostra vita! Le stagioni sono una bella immagine della vita! I salmi parlano dell’importanza delle mani di Dio, un’immagine che ci ricorda la Sua premura nei nostri confronti. Le mani che hanno lavorato la terra si uniscono alle mani di Dio affinché si possa sperimentare la vita in maniera nuova: le nostre mani per ringraziare e quelle di Dio per fecondare i nostri sforzi. Tutto questo viene espresso durante la celebrazione quando il vescovo Pierantonio, i sacerdoti e i fedeli presenti allargheranno le mani, mani oranti che ringraziano il Signore non solo per l’annata trascorsa e i frutti della terra, ma anche per la vita trascorsa e per mettere nelle mani di Dio il tempo e la vita da vivere.