Ribelle per amore
Partigiana cattolica e donna laica: ad Agape piaceva definirsi così. Scelse di farlo anche nel libro-intervista, scritto con Eugenio Baresi, nel 2015. Un binomio che le permetteva di coniugare la sua vocazione di “ribelle per amore” con la passione per la libertà e il richiamo alla responsabilità verso gli altri
Partigiana cattolica e donna laica: ad Agape piaceva definirsi così. Scelse di farlo anche nel libro-intervista, scritto con Eugenio Baresi, nel 2015. Un binomio che le permetteva di coniugare la sua vocazione di “ribelle per amore” con la passione per la libertà e il richiamo alla responsabilità verso gli altri. Col suo fare schivo e sempre sorridente, Agape è stata una protagonista della Resistenza bresciana. La sua storia ha incarnato il paradigma di una generazione che, lusingata dalla propaganda del fascismo e trovatasi di fronte alla cruda realtà della dittatura e della guerra, scelse la via più difficile e incerta, ma anche più giusta: quella della ribellione. Una scelta favorita dal pensiero liberale respirato in famiglia, scaturita dall’incontro con alcuni insegnanti del Liceo “Arnaldo” e con l’antifascismo cattolico, che aveva la sua fucina nell’Oratorio della Pace. Una scelta maturata in età giovanissima, a soli 17 anni, che la vide impegnata come staffetta nel trasportare volantini, viveri, medicinali, armi e munizioni dalla Città al Sebino e in Valcamonica. Una scelta che rifiutava la violenza in ragione del diritto. Una scelta che pagò duramente, rinchiusa in carcere come detenuto politico per oltre 8 mesi. Una scelta imbevuta di quei principi che hanno segnato tutta la sua esistenza, sul lato personale, politico e sociale, che ha condiviso con l’amore della sua vita, Sam Quilleri, comandante partigiano delle “Fiamme Verdi”, diventato suo marito dopo la tragedia della guerra. La sua esperienza non si è conclusa con la Liberazione: nella sua lunga vita, Agape ha incontrato generazioni di studenti e ha raccontato loro la sua storia; semplicemente, col linguaggio schietto della verità, che solo chi è giovane sempre – a 17 come a 93 anni – sa usare. In quegli incontri, Agape sapeva sintonizzarsi perfettamente con quelle ragazze e quei ragazzi, che avevano gli stessi entusiasmi e gli stessi dubbi, la stessa incoscienza e la stessa fame di giustizia dei suoi 17 anni. Sapeva che raccontare e testimoniare erano sue responsabilità. Anche quando, col passare degli anni, diventava più faticoso. Il suo primo atto da presidente delle “Fiamme Verdi”, nel 2009, fu di proporre il tema del tesseramento. Scelse “Libertà è Responsabilità”, un motto che ancora oggi è un programma, uno stile, un modo di vivere i valori della Resistenza e della Costituzione. Probabilmente, la sua eredità più vera.
* Ass. Fiamme Verdi Brescia