Referendum: serve un dibattito vero
L’Italia non ha bisogno di plebisciti: ha bisogno di una concreta azione di governo e, per non cadere preda delle sue ricorrenti nevrosi, di una forte iniziativa di discussione sulla democrazia
La pur ragionevolissima posizione dei primi, che chiedono di “spacchettare” il quesito, come sarebbe utile, in quanto la riforma interviene almeno su due grandi questioni, l’articolazione del sistema parlamentare e quella delle relazioni Stato-Regioni, ha ben poche probabilità di essere accolta.
I costituzionalisti invece che si dividono, anche generazionalmente, per il “no” e per il “sì”, convergono nel ritenere necessarie le riforme e nel giudicare il testo mal scritto. Per i primi questo comporta ripartire e arrivare ad una pozione più equilibrata ed efficiente, per i secondi si tratta di cogliere comunque l’occasione e poi eventualmente procedere a ulteriori aggiustamenti. Così la scelta rimbalza su considerazioni di carattere sistemico, come il rapporto necessario tra riforma costituzionale e riforma elettorale. Questa infatti necessariamente agisce sulla forma di governo, che invece, per una sorta di preterizione, la riforma costituzionale non affronta esplicitamente.
Ritorniamo così all’iniziativa del presidente del Consiglio, che ha saputo utilizzare per entrambi questi provvedimenti alternativamente diverse forze parlamentari, di maggioranza e di opposizione, imponendo la sua indubbia capacità di iniziativa politica. Che di fatto lo porta a rilanciare incessantemente e, dunque, ad utilizzare la scadenza referendaria per porre una “questione personale di fiducia”, per ottenere una personale investitura.
In questo quadro molto complesso e articolato i mesi della campagna elettorale non devono passare invano, tra i rumori di opposte tifoserie.
Certo è, sul piano del metodo, che per risolvere i suoi problemi istituzionali e non solo l’Italia non ha bisogno di plebisciti: ha bisogno di una concreta azione di governo e, per non cadere preda delle sue ricorrenti nevrosi, di una forte iniziativa di discussione sulla democrazia.
Serve un dibattito vero. Papa Francesco ci sprona a ragionare sul “modello di sviluppo” europeo. Cominciamo a lavorare sul suo recentissimo discorso per l’accettazione del premio Charlemagne. E andiamo avanti.