Referendum: io voto Sì
L'opinione del deputato PD Alfredo Bazoli
Il 20 e 21 settembre voterò Sì, coerentemente con il voto espresso in quarta lettura alla Camera, perché quella della riduzione del numero dei parlamentari è una riforma che da 30 anni tutti i partiti e tutti i costituzionalisti hanno ritenuta opportuna e necessaria, anche perché si colloca dentro un quadro riformatore che oggi appare molto più convincente di un anno fa. Certamente con la riforma che andremo ad approvare con il Sì al referendum dei prossimi giorni chiede di essere fatta seguire anche da quella per il superamento del bicameralismo perfetto, a quella del rapporto tra governo e parlamento e, per ultimo, a quella della legge elettorale. Rispetto all’esito del voto resto fiducioso sulla volontà degli italiani di dare il via a quella stagione di riforme bruscamente interrotta solo quattro anni fa. Penso infatti che rispetto alle consultazioni del 2006 (sulla modfiica alla parte seconda della Costituzione) e a quella del 2016 (sulla riforma Boschi-Renzi) sia cambiato il sentire degli italiani. In quelle due circostanze gli elettori che parteciparono al voto dimostrarono di non gradire una riforma complessiva e articolata del nostro sistema istituzionale. Con il voto dei prossimi giorni si procede con la scelta di fare, sulla strada delle riforme, pochi passi per volta. Spero che, con il Sì degli italiani, si inneschi una stagione riformatrice utile al Paese. Il mio Sì trova anche ragione nella convinzione che il quesito del 20 e 21 settembre contribuisca anche a dare un messaggio di sobrietà all’opinione pubblica. A propendere per un voto positivo al referendum confermativo c’è anche il messaggio che arriva dalle altre grandi democrazie del mondo: il parlamento può funzionare bene anche con meno componenti. La riduzione che si andrà a operare con il Sì del 20 e 21 settembre riporterebbe l’Italia verso la media dei Paesi a democrazia avanzata, senza alcuna compressione della rappresentanza.