di MASSIMO VENTURELLI
26 feb 2015 00:00
Questioni di giustizia
È giusto avere introdotto con una legge la responsabilità civile dei magistrati?
Il parlamento, con l’approvazione della legge, ha di fatto portato a compimento un processo avviatosi ancora nel 1987, quando con un referendum l’87% degli elettori chiedeva che nell’ordinamento italiano fosse inserita una norma che chiamasse il magistrato a rispondere di eventuali errori ai danni dei cittadini. La questione non è delle più semplici, legata com’è al tema dell’indipendenza e della terzietà dei giudici e a tanti altri aspetti che richiedono la conoscenza di una materia sufficientemente ostica com’è quella della giurisprudenza.
Che il cittadino comune abbia almeno uno strumento con cui cercare di difendersi contro errori commessi, anche in buona fede, da giudici e magistrati, sembra però un atto di civiltà. Perché tanti, in Italia, sono i casi in cui la magistratura sembra muoversi su un piano incomprensibile ai cittadini che chiedono giustizia.
L’Italia è il Paese in cui la Cassazione annulla per prescrizione la sentenza che condannava per disastro ambientale i vertici dell’azienda che per anni in Piemonte ha prodotto l’eternit. L’Italia è anche il Paese in cui il magistrato che aveva istruito quel processo sapeva che sullo stesso incombeva il rischio della prescrizione, ma ha scelto l’imputazione per disastro ambientale piuttosto che quella per omicidio colposo, più lenta nell’arrivare al dibattito in tribunale.
Chissà se di tale ipotesi i parenti delle vittime erano stati informati...Forse a loro andrebbe chiesto se sia stato giusto o meno introdurre la responsabilità civile dei magistrati.
MASSIMO VENTURELLI
26 feb 2015 00:00