Quanto ci aiutano a casa nostra gli immigrati?
l totale del contributo dei cittadini stranieri alle casse dello Stato italiano è di oltre 28 miliardi. Si parla sempre di quanto sia impegnativo e costoso avviare percorsi di accoglienza e di integrazione per i cittadini stranieri che arrivano nel Paese. Quasi mai si ragiona su quale contributo provenga dalla loro presenza.
Il XII Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione, prodotto dalla Fondazione Leone Moressa, monitora costantemente i costi e i benefici del fenomeno migratorio in Italia. I risultati anche stavolta mostrano che in questo periodo di crisi pandemica prima, bellica ed economica poi, la presenza dei cittadini stranieri continua a essere una ricchezza, ha un impatto positivo sulle casse dello Stato.
Il rapporto offre una sintesi dei conti del 2020, quando la presenza in Italia di cittadini stranieri era stimata intono ai 5 milioni (più o meno come ora). Nell’anno la Spesa pubblica complessiva è stata più alta dei periodi precedenti. Tuttavia, date le caratteristiche demografiche degli immigrati i costi della loro presenza sono stati molto leggeri. In Sanità sui 130 miliardi soltanto 6,1 sono stati diretti a stranieri, d’altronde tra loro solo l’1,8% supera i 65 anni: la fascia d’età dove si concentrano il numero più alto di prestazioni. Così anche il peso economico pensionistico è molto ridotto (lo 0,7% sul totale di quanto spende l’Inps). Per le altre voci: disoccupazione, reddito di cittadinanza, malattia durante il lavoro il contributo sale un pochino e si attesta al 20%. Per le spese sulla scuola, invece, bisognerebbe proporre un ragionamento più ampio. Il Rapporto evidenzia che 6 miliardi su 58 miliardi sono investiti sugli studenti non italiani. Tuttavia, visto il calo demografico italiano la presenza del 10,3% di alunni stranieri permette – per ora – la sostenibilità del nostro sistema scolastico, che altrimenti dovrebbe avviare una riduzione del personale e una chiusura di alcune scuole). In ogni caso, tutto sommato la spesa per l’Italia è del 3%, quasi 27 miliardi.
Ci ricorda il rapporto, che gli immigrati sono anche contribuenti e sommando le tasse pagate per il reddito di lavoro: circa 3,7 miliardi; le imposte indirette pagate sui consumi (l’IVA) che gli studiosi hanno stimato intorno al 3% del totale; i contribuiti previdenziali che ammonta al 9,8% complessivo. A queste cifre, poi, si aggiungono i soldi pagati per ricevere o rinnovare i permessi di soggiorno e quelli versati per l’acquisto di cittadinanza. Il totale del contributo dei cittadini stranieri alle casse dello Stato italiano è di oltre 28 miliardi.
Così osservano gli economisti che anche in un anno molto difficile che ha visto un numero molto alto di migranti perdere il lavoro – perché ricoprono posizioni nel mercato del lavoro più deboli rispetto a quelle acquisite dagli italiani – al paese conviene ospitarli e lasciarli integrare nelle nostre comunità.