Quando cadono le foglie
Un depresso vorrebbe, ma non ce la fa a mettere in atto niente di ciò che vorrebbe fare, che dovrebbe fare
Ho sentito dire che quando un albero in autunno non perde le foglie significa che sta morendo. Sembra che l’albero interrompa quel meccanismo che mette in atto quando in autunno deve risparmiare energie per sopravvivere al freddo. Riduce cioè al minimo l’impiego di energie, si ritira in se stesso. Non può più badare anche alle foglie, perché non può più ottemperare al normale ciclo di vita. Deve usare le poche energie solo per lo stretto necessario. Ha pochissime energie: non può fare di più, non può dare. Questo mi fa pensare a una persona quando sta male, quando è depressa. Si chiude in se stessa, si ritira, cerca di sopravvivere alle intemperie della vita. Sente di non avere energie, risorse. Riduce al minimo il da farsi. Non esce di casa, a volte neanche per far fronte agli impegni lavorativi e familiari.
Tralascia gli interessi, non ha passioni. Fa fronte alle esigenze vitali il minimo indispensabile: il mangiare e il dormire sono squilibrati. L’igiene personale viene trascurata: c’è altro a cui pensare. C’è da pensare a come andare avanti almeno per sopravvivere. Inutile in queste condizioni dirgli: “Devi uscire… Devi fare… Devi andare…”. Non ce la fa: è come quell’albero che sta morendo. Non basta la volontà. Un depresso vorrebbe, ma non ce la fa a mettere in atto niente di ciò che vorrebbe fare, che dovrebbe fare. “Dovresti fare del volontariato: ti farebbe bene! Occupandoti degli altri, non penseresti solo ai tuoi problemi! E magari li ridimensioneresti!”. Ma una persona depressa non ce la fa ad occuparsi degli altri: non ha energie neanche per occuparsi di sé! Inutile stimolare ad oltranza e\o redarguire una persona molto depressa. Non può corrispondere alle richieste che vengono fatte dall’ambiente sociale circostante. Anzi, non è solo inutile: è controproducente e dannoso perché si incentiva il senso di colpa che sta vivendo, percependosi incapace di far fronte alle normali richieste della vita.
Quando la depressione è grave non c’è altro da fare che riuscire a portare la persona da uno specialista. E non è poco perché spesso è molto difficile, dato che la persona non crede in nessun possibile cambiamento. Un pessimismo cosmico lo ottenebra. Superato il momento acuto, quando la persona starà meglio, allora è giusto ed opportuno stimolarla affinchè si riappropri della propria vita e non cerchi più solo di sopravvivere, ma di vivere. Allora sì, solo quando cioè sarà in grado di immettersi nel suo ciclo normale di vita, di…lasciare cadere le sue foglie.