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Ho visto due racconti televisivi che ho collegato. Il primo narra dell’epopea della nave Libra della Marina Militare che dopo ben due giorni di ostinata navigazione verso est ha portato con sé i primi 16 migranti destinati all’hotspot italiano sul territorio albanese: mai nella storia recente c’è stata una copertura mediatica così precisa e puntuale riguardante un arrivo di immigrati. Il secondo racconto televisivo riguarda il festoso sbarco a Fiumicino di quasi cento persone giunte dal Libano, destinate in parte all’Italia e in parte alla Francia: il cronista faceva notare la felicità dei bambini che, dopo giorni di bombardamenti, riuscivano a giocare a pallone (il corridoio umanitario è stato possibile grazie al lavoro della Comunità di Sant’Egidio e delle comunità protestanti italiane). L’insistenza del primo racconto e la quasi inesistenza del secondo, più che procurarmi qualche sospetto di propaganda, offende la mia intelligenza e spero anche quella degli amici lettori: da cittadino mi auguro che anche nel Governo (e nell’opposizione, per la verità) si consideri, con onestà, il reale impatto di efficacia risolutiva dei due modelli rispetto al tema delle sofferenze delle persone costrette ad emigrare. Non chiedo altri racconti televisivi: basta il pensiero.